Il governo vuole introdurre nuove semplificazioni in merito al regime fiscale IVA dei gruppi. Una serie di novità che potrebbero realmente modificare i rapporti tra le società tra loro collegate, che potrebbero divenire un unico soggetto ai fini dell’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto. Ma vediamo in sintesi quali sono le principali novità che interessano i nuovi “gruppi IVA” secondo le norme dell’Unione Europea.

Innanzitutto, l’UE identifica come “recinto” del singolo gruppo IVA tutte le società legate tra di loro da vincoli finanziari, economici e organizzativi: società che finalmente potranno operare come un unico soggetto ai fini dell’applicazione sull’imposta sul valore aggiunto, con evidente semplificazione nei confronti dei rapporti con il Fisco.

Gli adempimenti in relazione all’imposta sul valore aggiunto verranno infatti effettuati attraverso un’unica partita IVA attribuita non più alle singole società, bensì al gruppo. Per regolare i singoli rapporti ricreati all’interno dello stesso gruppo, saranno ovviamente ammesse le operazioni di comprensazione tra le posizioni debitorie e creditorie. Le cessioni e le prestazioni scambiate fra i membri del gruppo sono considerate come operazioni fuori campo IVA. Non potranno infine poter far parte del gruppo le stabili organizzazioni situate all’estero.

In merito a quest’ultima situazione, osserviamo come la Commissione abbia definito come possano far parte di un gruppo IVA solo soggetti passivi dell’imposta (e dunque nemmeno i privati), che siano stabiliti nello stesso stato membro. In riferimento al termine “stabilimento”, la Commissione ritiene che questo debba riferirsi al luogo in cui ha sede l’attività economica dell’impresa, e non comprenda, invece, la stabile organizzazione situata all’estero. Pertanto, il gruppo potrà copmrendere i soggetti che hanno la sede dell’attività nello stato membro, e le organizzabili stabili ivi situate, ma non potrà includere le stabili organizzazioni all’estero dei soggetti stabiliti nello stato.

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