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Studi di settore: il 18 giugno termina l’adeguamento

Fra due settimane esatte giungerà a scadenza un importante appuntamento fiscale: la data del prossimo 18 giugno, infatti, è quella che è stata scelta dalla nostra amministrazione finanziaria per consentire l’adeguamento relativo agli studi di settore. Di cosa si tratta esattamente? Nel dettaglio, bisogna ricordare di versare le imposte che si riferiscono ai ricavi indicati all’interno della dichiarazione dei redditi e a causa dell’adeguamento spontaneo, sia ai parametri che agli studi stessi. Nell’ipotesi in cui, poi, il periodo d’imposta sia differente rispetto al primo in cui viene applicato lo studio di settore oppure una sua revisione, allora è stato previsto il pagamento anche di una maggiorazione (la misura in questione è pari a tre punti percentuali).

Quest’ultimo calcolo, in particolare, deve essere effettuato sulla differenza tra i ricavi relativi all’applicazione degli studi e quelli che sono annotati nelle scritture contabili; tra l’altro, la maggiorazione di cui si sta parlando non ha alcun senso di esistere se il risultato di questa differenza appena menzionata non supera il 10% dei ricavi contabili. Quali soggetti devono rispettare il termine temporale? Esso si rivolge a tutti quei contribuenti che sono obbligati all’applicazione degli studi di settore, come era facilmente intuibile. Inoltre, le modalità di pagamento sono quelle classiche, ovvero ci si avvale del modello F24 in formato elettronico e si indicano i codici tributo di interesse.

Vi sono almeno sei codici che vale la pena menzionare in tal senso. Anzitutto, il 6494 indica l’adeguamento dell’Iva per quel che concerne questi parametri; in aggiunta, si possono annoverare quelli relativi al saldo dell’Irpef (4001), dell’Irap (3800) e dell’Imposta sul Reddito delle Società (2003). Infine, il codice 4726 è proprio quello che identifica la maggiorazione per l’adeguamento in relazione alle persone fisiche, mentre il 2118 è utile per i soggetti che sono diversi dalle persone fisiche e che devono far fronte alla maggiorazione del 3%.

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