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Il contribuente deve dimostrare l’inapplicabilità degli studi di settore

Può accadere in alcuni casi che il Fisco decida di rettificare la dichiarazione dei redditi applicando gli studi di settore: di conseguenza, sarà il contribuente coinvolto a dedurre i rilievi specifici e a dimostrare che vi sono delle condizioni e dei motivi ben precisi alla base dell’esclusione dell’azienda dall’area di applicazione di tali parametri. È questo in sintesi il contenuto di una delle ultime ordinanze della Corte di Cassazione.

I giudici di Piazza Cavour sono dovuti intervenire a seguito di una diatriba che ha visto coinvolta l’Agenzia delle Entrate e appunto un contribuente. L’amministrazione finanziaria ha notificato un avviso di accertamento relativo al 2004 e a tre diversi tributi, vale a dire l’Irap, l’Iva e l’Irpef. Il ricorso del soggetto in questione era stato immediatamente accolto, ma poi la sentenza della Commissione Tributaria Regionale aveva modificato il tutto: in pratica, è stato ritenuto sbagliato l’atteggiamento del contribuente, il quale non ha presentato alcuna prova concreta che fosse in grado di certificare l’impossibilità di sfruttare gli studi di settore.

Si è così arrivati all’ultimo grado di giudizio, in quanto è stata ritenuto violato il principio sancito dall’articolo 62-sexies della Legge 331 del 1993 (armonizzazione comunitaria su alcune tematiche fiscali). Il ricorso in questione è stato però rigettato e quindi confermato l’avviso di accertamento. Secondo gli “ermellini”, infatti, è possibile che le Entrate sfruttino tali procedure di accertamento e in particolare gli studi di settore in questo caso. Soltanto dopo che è stata fatta partire la fase di dialogo e confronto tra Fisco e contribuente è consentito l’accertamento relativo allo scostamento della dichiarazione del contribuente dai valori che risultano dagli studi. Come ha sottolineato la stessa Cassazione, tali risultanze possono essere rettificate dall’Agenzia, ma sempre con un opportuno contraddittorio. Bisognerà dunque andare oltre le semplici e generiche affermazioni della natura del minor reddito dichiarato, puntando invece su delle giustificazioni più idonee e dettagliate.

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