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Esenzione Iva in dubbio per la chirurgia estetica

Potrebbe essere agli sgoccioli il periodo di esenzione dell’imposta sul valore aggiunto per le operazioni di chirurgia estetica. Presto la Corte di giustizia dell’Unione Europea si pronuncerà su una vicenda rimbalzata dai giudici svedesi, al fine di comprendere se le operazioni di chirurgia plastica estetica siano o meno lecitamente in grado di avvantaggiarsi della possibilità di godere dell’importante beneficio fiscale relativo all’esenzione Iva. Una vicenda aperta da tanto tempo, sulla quale si confrontano ancora oggi differenti interpretazioni alternative.

A parlarne è stato, poche ore fa, il sito internet chirurgia-estetica.tv, che riprende le considerazioni del quotidiano economico giuridico Italia Oggi, che a sua volta ricorda come l’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 4 del 28 gennaio 2005, precisi che le operazioni di chirurgia estetica sono “interventi tesi a riparare inestetismi, sia congeniti sia talvolta dovuti a eventi pregressi di vario genere (per esempio, malattie tumorali, incidenti stradali, incendi ecc.), comunque suscettibili di creare disagi psico-fisici alle  persone”.

Il problema, a questo punto, è comprendere se sulla base di tale valutazione sia o meno lecito richiedere l’estensione del godimento dell’esenzione Iva. L’impressione è infatti che l’orientamento della Corte di giustizia comunitaria possa essere orientato in misura più restrittiva, ritenendo le prestazioni sanitarie per finalità estetiche come non meritevoli del regime di esenzione dell’imposta, del quale, al momento, continuano a beneficiare le operazioni rivolte alle diagnosi delle malattie e alla cura della persona, con l’intento di agevolare l’accesso a tali interventi.

Si tratterebbe tuttavia di un passo indietro rispetto all’interpretazione oramai vecchia di 10 anni: era il 2003, infatti, quando la Corte affermò che il beneficio fiscale andasse considerato anche nei confronti delle operazioni di chirurgia estetica, in quanto meritevoli di perseguire “ontologicamente” il benessere psico fisico di una persona e, pertanto, la tutela della salute.

Quale orientamento prevarrà questa volta?

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