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Archivi catastali condivisi per Fisco e Comuni

Nuovo giro di vite del Fisco contro l’evasione fiscale da possesso di immobili.

Dopo l’obbligo di regolarizzare le case fantasma, ad entrare nel mirino dell’Erario è la superficie utile degli immobili soggetti alla neonata imposta sui rifiuti, la TARES, entrata in vigore lo scorso primo gennaio in sostituzione delle vecchie tariffe ambientali comunali.

Introdotta col D.L. 201/2011, la Tassa rifiuti e servizi graverà su tutti i possessori o detentori a vario titolo di diritti di godimento su immobili od aree scoperte di ogni tipologia catastali, suscettibili di produrre rifiuti urbani, secondo una serie di parametri definiti da appositi regolamenti, in virtù dell’uso.

A differenza delle vecchie Tarsu e Tia, le entrate della nuova imposta, interamente destinate ai Comuni, dovranno coprire in toto il costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e dei servizi municipali accessori, quali ad esempio illuminazione pubblica e manutenzione delle strade, gestione aree urbane, ecc.

Così, per ampliare il più possibile i metri quadri imponibili – non rientrano nel computo metrico solo le aree esterne delle abitazioni (balconi, terrazzi ed affini) e gli spazi aperti condominiali o pertinenziali, classificati nella sezione catastale F – la manovra “Salva Italia”, ha predisposto una serie di protocolli di collaborazione tra Agenzia del Territorio (ora confluita nelle Entrate) e Amministrazioni Comunali per condividere gli archivi catastali tra i vari enti impositori, così da facilitare l’attività di accertamento.

A tal scopo, col provvedimento direttorio dello scorso 29/03, l’A.d.E. ha pubblicato le norme tecniche di connessione della consistente mole di dati, implementando una piattaforma informatica ad hoc.

Per attenuare i già preannunciati rincari rispetto agli anni passati, molti Comuni hanno introdotto fasce di esenzione legate ai valori Isee del nucleo familiare del contribuente mentre l’ultima manovra finanziaria ha fatto slittare il pagamento delle quattro rate annuali a luglio, in luogo di aprile.

 

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