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Cosa cambia con il ravvedimento operoso?

Con la legge di Stabilità 2015, i contribuenti avranno più tempo per estinguere i loro debiti nei confronti del Fisco e appianare la loro situazione. In che modo?

Entriamo nei dettagli.

IMU, Tasi, Tari e anche IVA e Irpef si potranno pagare ‘approfittando’ dei meccanismi insiti nel ravvedimento operoso anche oltre i termini oggi contemplati dalla legge. Ecco come cambia  l’istituto che permette di pagare in ritardo le tasse, applicando sanzioni ridotte e interessi con la legge di Stabilità 2015.

Le modifiche previste per quanto concerne l’istituto del ravvedimento hanno come obiettivo da una parte estendere i termini entro cui regolarizzare la propria posizione con il Fisco e dall’altra le fattispecie di irregolarità che consentono di ravvedersi e rimettersi in regola.

Sarà pertanto possibile avere accesso al ravvedimento operoso, stando a quanto previsto dalla legge di stabilità 2015, ora anche in caso di consegna del verbale di contestazione, inizio di controllo e ispezione e ricevimento di questionario. Ciò in altri termini vuol dire che se anche fosse in corso un’attività ispettiva o si sia in presenza di una contestazione limitata, il contribuente potrà fare ancora ricorso al ravvedimento. Non si potrà fare ricorso invece in caso di notifica di un avviso di liquidazione o di accertamento.

Scadenze ravvedimento operoso

Le regole e le scadenze precedenti rimangono, ma a queste se ne aggiungono altre, finendo così per essere le seguenti.

  •  entro 14 giorni dopo la scadenza mancata: sanzione  allo 0,2%
  •  entro 30 giorni dalla scadenza, sanzione al 3%
  •  entro 1 anno dalla scadenza, sanzione al 3,75%
  •   entro 90 giorni, sanzione al 3,3%
  •  entro 2 anni, sanzione al 4,2%
  •  oltre 2 anni, sanzione al 5%.

Queste regole vanno prese assolutamente in considerazione.

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