You are here
Home > Agenzia entrate > Aumento marca da bollo contratti di affitto

Aumento marca da bollo contratti di affitto

marca-da-bolloÈ aumentata del 10 per cento la marca da bollo applicata ai contratti di locazione di qualsiasi tipo, dalle brevi vacanze con locazione a scopo villeggiatura, ai contratti di comodato e ad altri documenti ancora. A segnalarlo è la Confedilizia, analizzando gli effetti della pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale n. 147 del 25 giugno, della legge n. 71/2013, di conversione del decreto legge n. 43/13 (il cosiddetto decreto Emergenze).

Insomma, la marca da bollo da 1,81 euro diventerà pari a 2 euro, mentre la marca da bollo da 14,62 euro, diventerà da 16 euro: un arrotondamento al rialzo certamente sgradito, che interesserà tutti gli atti giuridici sottoposti a imposta di bollo, e che sono giustificati dalla necessità di reperire fondi per la ricostruzione in Abruzzo con una cifra stimata in un miliardo e 200 milioni di euro.

Attraverso il rincaro sulla marca da bollo, lo Stato dovrebbe così assicurarsi tra il 2014 e il 2019 quasi 200 milioni di euro annui da destinare alla riparazione di immobili danneggiati o l’acquisto di nuove abitazioni sostitutive (tra i numerosi altri approfondimenti che abbiamo compiuto sulla materia della marca da bollo, vedi anche la marca da bollo elettronica per il regime dei minimi, della quale abbiamo discusso pochi giorni fa).

In particolare, conferma Confedilizia, per i contratti di comodato l’imposta sarà di 16 euro ogni 4 facciate (100 righe), mentre sale a 2 euro la marca da bollo da applicarsi sulle ricevute relative al canone di locazione di importo superiore a euro 77,47 se non soggette a Iva. Rimangono invece esenti dall’applicazione della marca da bollo le ricevute degli oneri condominiali.

Evidenziamo infine come la novità non riguardi certo (e purtroppo) solamente il comparto immobiliare, visto e considerato che sono tantissime le attività che risultano essere interessate da tale aumento: dagli atti rogati, alle scritture private, le pubblicazioni di matrimonio, gli atti di notorietà, ricevute e quietanze, fino alle fatture e note dei professionisti senza partita Iva.

Lascia un commento

Top