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Editori stranieri e applicazione dell’Iva

Il settore editoriale e il Fisco non hanno un rapporto perfetto, spesso sono necessarie delle precisazioni per non cadere in errore: è successo verso la fine di agosto, quando si è compreso che gli e-book comunitari ancora non scontano l’Iva ridotta, ma è successo anche con la risoluzione 90/E che la nostra amministrazione finanziaria ha reso pubblica nel corso della giornata di ieri. Secondo l’Agenzia delle Entrate, infatti, le società estere che vendono prodotti editoriali sono obbligate a una identificazione nel nostro paese per quel che concerne l’imposta, più precisamente quando si supera il limite dei 35mila euro l’anno.

Quest’ultimo viene calcolato in base ai corrispettivi che sono percepiti, con l’imposta che viene applicata sfruttando il meccanismo della cosiddetta “resa forfetaria”. Anche per la stampa e la vendita di libri in proprio, la disciplina fiscale è piuttosto rigorosa, ma il documento in questione si è reso necessario alla luce di alcuni quesiti posti da una compagnia britannica attiva nella cessione a distanza, tramite abbonamento, di quotidiani destinati a consumatori italiani. Anzitutto, questa stessa società ha preteso delle precisazioni sul regime di forfetizzazione della resa, in modo da capire se fosse valido per gli editori comunitari; inoltre, è stato chiesto come calcolare il totale delle operazioni imponibili.

In base a quanto disposto dalle Entrate, il commercio dei prodotti editoriali prevede che l’imposta sia a carico solamente dell’editore con il cosiddetto regime monofase. Di conseguenza, le società coinvolte devono nominare un rappresentante fiscale nel nostro paese, disporre di una stabile organizzazione ed essere identificate in maniera diretta. Una volta superati i già citati 35mila euro, il forfait non ha più senso di esistere, al fine di rendere ogni paese dell’Unione Europea uguale dal punto di vista delle condizioni tributarie. Per gli acquisti intracomunitari, infine, l’Imposta sul Valore Aggiunto è dovuta dal soggetto cessionario in base al prezzo di vendita al pubblico nel paese in cui non è detraibile.

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