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Prestiti pagamento tributi terremotati

I lavoratori dipendenti, le imprese, i commercianti e gli agricoltori delle zone colpite dal sisma di maggio in Emilia Romagna, potranno richiedere alle banche un finanziamento, assistito dalla garanzia dello stato, della durata di due anni al massimo per il pagamento dei tributi (Irpef e addizionali incluse) dovuti dal 16 dicembre 2012 al 30 giugno 2013. Il prestito non potrà invece esser richiesto per poter pagare i contributi. Vediamo allora nel maggior dettaglio chi potrà avere accesso al beneficio, e in che modo poterne fare richiesta.

Anzitutto, ricordiamo come potranno accedere al beneficio gli imprenditori che hanno subìto danni alle proprie attività produttive e i dipendenti che hanno l’abitazione principale inagibile. Una soluzione che soddisfa solo una parte delle pretese parlamentari, considerato che, dalle stesse parti, è stata definita come un compromesso insoddisfacente (vedi anche il nostro speciale sulle comunicazioni al Fisco da parte delle imprese coinvolte nel terremoto).

“E’ vero che non si tratta di una proroga tout court, è vero che lascia per strada i contributi, ma abbraccia l’Irpef e le addizionali” – riassumeva pochi giorni fa Francesco Cerisano su Italia Oggi dell’8 novembre – “E soprattutto peserà sui conti dello stato per 200 mila euro nel 2012 e 6 milioni di euro nel 2013. Soldi che verranno finanziati con la quota statale dell’8 per mille. I deputati esultano. «Il parlamento ha saputo mantenere la schiena dritta intervenendo in difesa dell’Emilia e di tutte le zone duramente colpite dal terremoto», ha dichiarato il leghista Massimo Polledri. E anche Maino Marchi del Pd è soddisfatto: «il nuovo emendamento rappresenta quello che avremmo voluto raggiungere già ieri (martedì scorso ndr), non ci sono i contributi ma è un buon punto di incontro». I parlamentari hanno invece dovuto mandar giù un boccone amaro sulle penali per l’estinzione anticipata dei mutui degli enti locali. Che dovranno continuare ad essere pagate alla Cdp a valere sui fondi (pari per ciascun ente sopra i 5.000 abitanti ai tagli potenziali della spending review) utilizzabili per l’estinzione del debito”.

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