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La pressione fiscale italiana sale dell’1,2 per cento nel 2013 secondo l’OCSE

101766563Nel corso dell’ultimo anno e, soprattutto, nel corso degli ultimi 5  anni, a partire dal delinearsi del periodo di recessione e di crisi che non si è ancora concluso, la pressione fiscale italiana è continuata ad aumentare, raggiungendo un livello sempre più alto tra i paesi europei. 

La pressione fiscale italiana sale al 44% del PIL a fine 2013

A certificarlo è l’OCSE, che ha recentemente pubblicato un rapporto dettagliato sull’incidenza di tasse e imposte nei paesi aderenti all’area. Si è verificato, quindi, nel nostro paese l’esatto contrario di quanto auspicato dalla Legge di Stabilità, con risultati negativi soprattutto per la ripresa dell’economia e della crescita.

> L’evasione e l’elusione fiscale sono di ostacolo alla crescita

Secondo i dati OCSE, quindi, che fanno riferimento al 2012 la pressione fiscale è aumentata in Italia fino a raggiungere il livello medio del 44,4 per cento del PIL, in modo tale da consentire al nostro paese di guadagnare un quarto posto all’interno della classifica dei paesi dell’area.

La media OCSE, infatti, si ferma al 34,6 per cento, mentre tasse e imposte sono più alte dell’Italia solo in Danimarca, Belgio e Francia. Il podio tra i paesi in cui si pagano più imposte e tasse spetta alla Danimarca, che ha un livello medio pari al 48 per cento.

Sempre dalle statistiche OCSE risulta quindi che a partire dal 2007, anno di inizio della crisi economica, l’Italia ha subito un incremento della pressione fiscale pari all’1,2 per cento, passando da un precedente 43,2 per cento. Questo dato però deve essere confrontato con quello di altri paesi virtuosi come la Spagna o la Svezia, che nello stesso periodo sono riusciti ad abbassare le tasse.

 

 

 

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