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La Tosap e gli impianti per i servizi pubblici

Questi ultimi due mesi sono stati ricchi di novità per quel che riguarda la Tassa sull’Occupazione degli Spazi e delle Aree Pubbliche: in effetti, a fine ottobre è scaduta la quarta rata della Tosap, un appuntamento fiscale importante e ben precisato. In aggiunta, la Cassazione è intervenuta sulle esenzioni della Tosap, aggiungendo nuovi chiarimenti da questo punto di vista. La discussione odierna ha ancora a che fare con gli impianti adibiti a servizi pubblici, più precisamente con l’assenza della tassa in questione nel caso di una devoluzione. In estrema sintesi, l’esenzione tributaria a cui si sta facendo riferimento viene ammessa anche quando non c’è alcun tipo di corrispondenza tra i soggetto pubblico cedente e quello che beneficia delle cessioni.

Come ha stabilito la Cassazione, infatti, deve essere presente questa devoluzione in forma gratuita al comune o alla provincia al termine della concessione. L’intera questione è sorta dopo che una società a rilevante partecipazione pubblica ha sollevato il problema, dato che aveva in concessione il servizio dell’acquedotto pubblico: in aggiunta, all’interno del suo statuto era previsto che per la concessione il patrimonio dell’ente potesse essere ripartito tra le sue varie componenti, al fine di assegnare a ogni comune gli impianti di distribuzione che non esistevano nel suo territorio.

Tali impianti, insieme alle attrezzature, si trovano su delle aree di appartenenza provinciale, tanto che quest’ultimo ente locale richiedeva proprio il versamento della Tosap. Il Decreto legislativo 507 del 1993 (“Revisione ed armonizzazione dell’imposta comunale sulla pubblicità e del diritto sulle pubbliche affissioni, della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche dei comuni e delle province, nonché della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani”) è però molto chiaro in tal senso: di conseguenza, la Suprema Corte ha scelto di riconoscere l’esenzione fiscale per quelle occupazioni con impianti adibiti a servizi pubblici nell’ipotesi già citata della devoluzione gratuita.

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