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Diritto di privacy su Skype

Il garante della privacy ha richiesto a Skype di cambiare le procedure per consentire agli utenti del proprio servizio di chiudere il proprio account. La posizione dell’authority è sorta dopo che diverse persone hanno dichiarato di aver incontrato delle difficoltà a procedere con la cessazione della propria posizione su Skype (con sede in Lussemburgo), dimostrandosi pertanto preoccupati per il permanere dei propri dati sugli archivi della stessa azienda.

In risposta alla richiesta del garante, Skype ha dichiarato che l’impossibilità di eliminare un account Skype è promossa anche nelle “faq” (cioè, nella pagina delle domande più frequenti), dove effettivamente compare l’avvertenza che “una volta creato, non è possibile eliminare un account Skype”. Accogliendo le richieste, comunque, la società si è detta disponibile a modificare le regole, spiegando chiaramente che, anche se non si potrà cancellare l’account, si potrà comunque scegliere di bloccarlo in maniera permanente, attraverso una semplice richiesta al servizio di supporto tecnico clienti (vedi anche Incassi violazioni privacy).

Insomma, in altri termini è possibile richiedere a Skype di bloccare il proprio account: la società provvederà quindi a deindicizzare lo username dell’utente dalle pagine pubbliche del servizio, in modo tale che non sia più operativo né visibile dagli altri. Sul medio termine, invece, è possibile che Skype possa concedere la possibilità di consentire un’autonoma chiusura dell’account da parte dell’utente.

In ogni caso, sembra essere quasi impossibile, per ora, ottenere l’eliminazione definitiva dell’account, con conseguente permanenza dei propri dati sugli archivi della società. la giustificazione ufficiale è che in tal modo Skype permette di tutelarsi da potenziali usi incongrui del proprio servizio, evitando in somma che in futuro altri utenti possano utilizzare, intenzionalmente o meno, il medesimo nome(vedi anche Privacy Telemarketing).

La questione sembra pertanto essere solamente provvisoriamente risolta, poiché il garante ha scelto di avviare ulteriori approfondimenti, proponendo il caso al Gruppo di lavoro che riunisce le autorità della protezione dati europee.

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