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Spending review sul pubblico impiego

La spending review non si abbatte sul pubblico impiego unicamente sul merito della razionalizzazione delle piante organiche delle amministrazioni. Il decreto di revisione della spesa pubblica prevede infatti che vi siano una serie di misure di natura complementare rese sinergiche dal perseguimento di un unico obiettivo: allocare al meglio le risorse disponibili, tagliando sprechi e migliorando l’efficienza.

Le spese riguarderanno:

parco auto: dal 2013 si introduce il limite del 50% della spesa sostenuta per il 2011, da applicarsi all’acquisto, manutenzione, noleggio e esercizio di autovetture, e l’acquisto di buoni taxi;

incarichi consulenziali: si introduce il divieto di attribuire incarichi di studio o di consulenza a soggetti già appartenenti ai ruoli dell’amministrazione e collocati in quiescenza, che abbiano svolto, nel corso dell’ultimo anno di servizio, funzioni e attività corrispondenti a quelle oggetto dell’incarico di studio o di consulenza;

buoni pasto: il valore dei buoni pasto attribuiti al personale, anche di qualifica dirigenziale, non può superare i 7 euro di valore nominale. A partire dal 1 ottobre 2012, tutte le condizioni più favorevoli cessano di esistere;

ferie e riposi: per quanto attiene alle ferie e ai riposi spettanti al personale, anche di qualifica dirigenziale, sono fruiti obbligatoriamente secondo quanto prevedono gli ordinamenti della amministrsazione di appartenenza e in nessun caso possono essere compensati in via monetaria;

cedolini: le amministrazioni dovranno stipulare con il Ministero dell’Economia e delle Finanze degli accordi per omogeneizzare il sistema di pagamento degli stipendi, oppure rinegoziare i contratti vigenti, con un abbattimento del costo del servizio non inferiore al 15%.

Interventi, come si è avuto modo di vedere, particolarmente incisivi nella vita quotidiana professionale dei dipendenti della pubblica amministrazione, finalizzati alla riduzione degli sprechi, nell’auspicio ulteriore che i tagli prodotti (tutt’altro che irrilevanti) non possano produrre delle conseguenze ancora più negative nei confronti dei fruitori dei servizi pubblici.

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