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Gli e-book comunitari ancora non scontano l’Iva ridotta

In alcuni casi si può pensare che gli e-book, il formato elettronico dei libri, possano godere di una fiscalità piuttosto agevolata, a causa soprattutto della loro innovazione tecnologica: in realtà, non si incentiva molto la loro diffusione, visto che l’Imposta sul Valore Aggiunto (Iva) che viene applicata non può essere ridotta. Si tratta anche di una delle ultime pronunce della Commissione Europea, un concetto che si è dovuto ribadire in occasione di alcune infrazioni che sono state compiute da Lussemburgo e Francia. In particolare, le due nazioni appena menzionate hanno scelto in maniera del tutto arbitraria l’aliquota in questione, mentre la vendita degli e-book deve essere disciplinata in modo diverso.

Che cosa prevede la legislazione comunitaria in tal senso? Una direttiva molto importante è senza dubbio la 112 del 2006, un testo che ha definito del dettaglio il quadro applicativo del tributo a cui si sta facendo riferimento. Entrando maggiormente nello specifico, c’è da dire che l’Iva relativa a libri di carta e altri prodotti culturali è di tipo ridotto. Al contrario, gli e-book non appartengono alla stessa categoria, in quanto sono considerati alla stregua di prodotti elettronici. In quanto tali, essi devono essere associati necessariamente all’aliquota ordinaria. Le richieste per cambiare questa situazione sono state numerose, in quanto si vorrebbe tenere conto dell’evoluzione continua dell’editoria di tipo digitale.

Non è casuale, dunque, comunicazione di qualche mese fa da parte sempre di Bruxelles; la Commissione ha infatti proposto di far convergere la tassazione dei due tipi di editoria, nonostante questo richieda una profonda revisione della direttiva di sei anni fa. Francia e Lussemburgo hanno voluto fare di testa loro, applicando aliquote, rispettivamente, del 7% e addirittura del 3%, una scelta che ha indispettito la Commissione, ma che fa capire come i tempi stiano cambiando: ora, Parigi e Lussemburgo hanno la possibilità di difendere le loro scelte tributarie di fronte all’organo comunitario.

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