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Metri quadrati e vani, ecco le novità della riforma sul catasto

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Parte la riforma del catasto. Ad annunciarlo il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, in audizione in commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. «Abbiamo già costituito un gruppo di lavoro in itinere della legge delega che sta dando i primissimi risultati».
L’avvio dei lavori sulla riforma del catasto, che prevede il passaggio dai vani ai metri quadri, dimostra anche come il corso di integrazione dell’Agenzia del Territorio nell’Agenzia delle Entrate, rimarca Befera, sia ormai «già avviato». Befera non vede infatti «particolari riflessi nella gestione delle operatività dei due rami».

Riforma del Catasto

Befera ha detto che sul gettito fiscale c’è un «riflesso negativo» provocato dalla linea più morbida sulla rateatizzazione. «Abbiamo qualche riflesso negativo sul gettito che riguarda le norme recentemente approvate, del giugno 2013, per quanto riguarda la rateazione, portata da sei a dieci anni, e la possibilità di non pagare anche otto rate non consecutive in caso di difficoltà. Questo ha un riflesso sul conto economico di Equitalia e potrebbe creare probabilmente qualche problema nel tempo».

Le novità delle procedure telematiche relative al catasto
In ogni caso, ha ricordato Befera, «c’è l’obbligo per il governo di presentare entro fine marzo al Parlamento una relazione sull’effetto di quelle misure e poi sarà probabilmente il Governo e il Parlamento ad adottare i necessari provvedimenti». Secondo Befera c’è però «un problema fondamentale, che blocca un po’ Equitalia nella possibilità di fare un’azione ulteriore di efficientamento: è il fatto che dal 2005, sistematicamente, viene prorogata di anno in anno la gestione della riscossione coattiva della fiscalità locale». «Questa proroga continua non consente ad Equitalia, ma anche agli enti locali, di efficientare la propria attività di riscossione coattiva», visto che, evidenzia, «fare un piano industriale a 6-8 mesi non ha alcun senso logico. Quindi ben venga la legge delega».

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