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IRAP forse esenzione per i piccoli lavoratori autonomi

Riporto in modo integrale un articolo del Sole 24 Ore nel quale si analizza e si chiarisce la possibilità di esenzione dall’IRAP per alcune tipologie di contribuenti.

Buona lettura:

Svolta in vista per l’Irap dei piccoli. Dopo l’esenzione riconosciuta per legge ai soggetti che aderiscono al regime dei minimi, l’agenzia delle Entrate sta elaborando una circolare che detterà i criteri per riconoscere i casi in cui i titolari di lavoro autonomo che non hanno organizzazione possono essere esclusi dal pagamento dell’imposta.
L’annuncio è stato dato ieri durante la conferenza stampa con la quale l’Agenzia, con la partecipazione del direttore Massimo Romano, ha presentato le iniziative in corso per illustrare ai contribuenti il regime dei minimi (si veda anche l’articolo riportato a fianco).
Sull’Irap – ha precisato il direttore Normativa e contenzioso, Vincenzo Busa – «si tratterà di dare attuazione alle indicazioni della Corte costituzionale (sentenza 156/2001), così come sono state interpretate dalla Corte di cassazione. Abbiamo atteso l’assestamento del quadro normativo – ha spiegato – e ora possiamo dare indicazioni agli uffici che permettano di tenere su questo punto un comportamento univoco». Un’iniziativa sulla risoluzione dell’Irap dei piccoli è peraltro allo studio da tempo all’agenzia delle Entrate (si veda «Il Sole-24 Ore» del 16 luglio 2007) senza essere riuscita finora a vedere la luce.
La circolare con le precisazioni dell’Agenzia viene annunciata come ormai vicina, se non imminente, anche se si tratterà di un’iniziativa che si muoverà su binari piuttosto stretti, visto che la Corte di legittimità si è limitata a dare indicazioni di principio, rimandando ai giudici di merito la risoluzione dei casi concreti. «E mentre per gli aderenti al regime dei minimi – spiega Busa – la questione dell’esenzione dal l’Irap è stata risolta in via legislativa, in questo caso occorrerà muoversi per via interpretativa». È quindi probabile che le indicazioni dell’Agenzia possano soffrire ancora di qualche limitazione prudenziale.
In realtà un segnale di apertura era già intuibile (si veda «Il Sole 24 Ore» del 17 gennaio) con la risposta data all’interrogazione parlamentare svoltasi in commissione Finanze della Camera dove si era parlato della necessità di valutare caso per caso la possibilità di dare attuazione alla giurisprudenza. Ora però l’Agenzia sembra pronta al passo ulteriore e cerca di dare una risoluzione a un problema che si trascina da anni.
La circolare in fase di preparazione avrà risvolti sia per quanto riguarda il passato con la risoluzione del contenzioso in atto, sia per il futuro, quando si tratterà di accertare se il contribuente ha i requisiti per pagare l’imposta. La direttiva, precisa Busa, sarà sostanzialmente diretta agli uffici, ma indirettamente avrà conseguenze per i contribuenti che sapranno se il loro comportamento è da ritenersi fondato. E quindi se aspettarsi o meno in futuro un avviso di accertamento per il mancato pagamento del tributo. Oltretutto la circolare, in questo momento, alla vigilia della regionalizzazione dell’imposta prevista dalla Finanziaria 2008, contribuirà a dare un quadro omogeneo di riferimento ai contribuenti in tutta Italia. Quanto al contenzioso, la circolare detterà anche i criteri per l’abbandono della lite per i casi in cui i contribuenti sono ancora opposti al Fisco.
I criteri dettati dalla Cassazione e dei quali l’Agenzia terrà conto sono rappresentati dal l’assenza di lavoratori dipendenti e dal possesso di beni strumentali minimi. Busa ha precisato che l’esenzione riguarderà sostanzialmente i titolari di lavoro autonomo, parlando più volte di professionisti, e spiegando che «mentre il regime dei minimi dà la possibilità di aderire e quindi di vedere l’esclusione anche per le piccole imprese, questa possibilità non sarà riconosciuta alle piccole imprese che optano per il regime ordinario. La possibilità di non pagare l’imposta può valere – ha aggiunto – solo per i titolari di reddito di lavoro autonomo».

L’origine
Quasi tutti i dubbi sulla legittimità dell’Irap furono respinti dalla Corte costituzionale con la sentenza 156 del 2001. Un’affermazione a carattere quasi incidentale della sentenza, aprì un varco allo scontro tra amministrazione e piccoli studi professionali e lavoratori autonomi con organizzazione ridotta al minimo. In assenza di requisiti organizzativi minimi non ci sarebbe stata, secondo la Consulta, soggezione all’imposta

L’evoluzione
L’enorme contenzioso generatosi davanti alle commissioni tributarie portò la Corte di cassazione a riunire una novantina di cause sull’argomento in un’unica trattazione pubblica (il cosiddetto «Irap day» dell’8 febbraio 2007) per dare luogo a un orientamento univoco. Tra i criteri fissati dai giudici di legittimità per beneficiare dell’esclusione l’assenza di dipendenti e l’utilizzo di attrezzature minime, rispetto ai dati di comune esperienza. Nessuno sconto, poi, per i titolari di redditi d’impresa

L’epilogo in vista
I primi orientamenti dell’agenzia delle Entrate all’indomani della pronuncia della Cassazione, furono di assoluta chiusura, con la precisazione che il lavoro autonomo fosse di per sé organizzato. Nel tempo la posizione si è ammorbidita, ma manca al momento una presa di posizione che detti criteri uniformi. Ieri l’agenzia delle Entrate ha annunciato un intervento per uniformare i comportamenti degli uffici.

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