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Tasse su impianti rinnovabili, le proteste di Aper e Anev

Un emendamento al disegno di legge sulle “Nuove disposizioni in materia di aree protette” rischia di inasprire ulteriormente il costo fiscale da sopportare per coloro che desiderano installare impianti di produzione di energia pulita (principalmente, fotovoltaici ed eolici) nelle aree protette. Una ulteriore tassa si affaccia infatti all’orizzonte, ponendo sulla strada della contestazione le principali associazioni di riferimento nel settore.

Il nuovo prelievo, secondo quanto appare nell’emendamento, servirà a costituire un utile “contributo alle spese per il recupero ambientale e della naturalità”. Un prelievo che sarebbe a carico di tutti i soggetti titolari di impianti produttrici di energia pulita e rinnovabile, che siano presenti all’interno di “aree protette o aree contigue”.

Se la tutela del territorio protetto è, ovviamente, condivisibile, quello che non sembra piacere alle associazioni di riferimento è la giustificazione della nuova tassa per proteggere un obiettivo già abbondantemente – così, sostengono – tutelato da altri balzelli. Anev ha ricordato infatti come il “recupero ambientale e della naturalità” sia “già pienamente previsto da un’altra serie di adempimenti, previsti da normative esistenti e posti a carico dei produttori da fonti rinnovabili”.

In particolare, continua l’Anev, “l’articolo 12, comma 4, del decreto legislativo n. 387 del 2003, introduce l’obbligo di ripristino del sito in condizioni analoghe allo stato originario, al termine della vita utile dell’impianto”. Ancora, sottolinea la stessa associazione ”il dm del 10 settembre 2010, in esecuzione dell’ar. 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003, ha introdotto le Linee Guida Nazionali, prevedendo – oltre alle misure compensative – anche misure di mitigazione volte a minimizzare l’impatto ambientale provocato dall’impianto a fonte rinnovabile”.

Ogni altro intervento che abbia le medesime finalità – conclude quindi l’Anev – rappresenta “solo il tentativo di inserire una forma di tassazione aggiuntiva” a danno delle imprese operanti nel settore in questione.

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