You are here
Home > Attualità > Social card 2013

Social card 2013

social card

social cardSta partendo in 12 città italiane la sperimentazione della nuova social card, riservata ai cittadini meno abbienti che vivono nei più grandi centri abitati, in parziale sostituzione della “vecchia” social card. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 102 dello scorso 3 maggio, del decreto del ministero del Lavoro del 10 gennaio scorso, la nuova social card punta a migliorare l’efficienza di tale strumento. Ci riuscirà?

Ricordiamo anzitutto che sono interessati alla sperimentazione i comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona, le cui municipalità dovranno stabilire i termini per la presentazione delle domande il tempo utile per stilare la graduatoria dei nuclei familiari richiedenti il beneficio, entro 120 giorni dall’entrata in vigore del decreto in esame.

Segnaliamo altresì che possono richiedere la carta sperimentale:

  • i cittadini italiani o comunitari,
  • i cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo
  • i familiari di cittadini italiani o comunitari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro purché titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente (vedi anche questo nostro ulteriore approfondimento su chi siano, nel dettaglio, i nuovi beneficiari della social card).

Come ricordato ulteriormente dal sito internet de Il Sole 24 Ore, altra condizione “è che siano residenti nel Comune in cui presenta domanda da almeno un anno dal momento di presentazione della domanda stessa”.

Evidenziamo ancora che il periodo sperimentale dura 12 mesi a partire dall’accredito del primo bimestre, e che i comuni coinvolti dovranno predisporre, per almeno metà e non oltre i due terzi delle famiglie coinvolte, un progetto personalizzato di presa in carico, volto al superamento della condizione di povertà, al reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale.

Si noti infine che alla realizzazione di tali progetti i Comuni devono provvedere con risorse proprie, disponibili a legislazione vigente e nell’ambito degli equilibri di finanza pubblica programmati.

Lascia un commento

Top