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Quali tributi all’interno della Local Tax?

Con l’arrivo della Local Tax in luogo dell’Imu e della Tasi, i sindaci saranno liberi di incrementare o togliere i tributi locali. Il progetto – tributo unico comunale va avanti e si cercano soluzioni per far confluire all’interno di un’unica sigla alcune tra le imposte più significative.

Il Governo ha iniziato a discuterne, di concerto con l’Anci, per procedere alla stesura di un testo definitivo da inserire nella Legge di Stabilità. Non mancano le difficoltà, tra le quali occorre menzionare quelle legate al calcolo del gettito. Ai sindaci dovrebbe essere conferita la massima autonomia. Saranno i primi cittadini ad indicare i limiti entro i quali oscilleranno le aliquote e le detrazioni relative all’imposta unica. Aumenterebbero, pertanto, le diverse combinazioni di pagamento che già per il versamento della Tasi sono state superiori a cento.

Nel contempo, i sindaci potranno agire in piena autonomia anche per ciò che concerne la leva fiscale. In virtù della Local Tax, si procederebbe alla statalizzazione delle addizionali Irpef. Il gettito, inoltre, resterebbe invariato e sarebbe però incassato dall’amministrazione centrale al fine di colmare il gap proveniente dal mancato gettito Imu su alberghi, centri commerciali, capannoni. La cifra si aggira intorno ai quattro miliardi e mezzo, che dallo Stato passerebbero in tasca ai Comuni.

La riforma della fiscalità comunale sarebbe inoltre accompagnata da una copertura statale degli interessi per i nuovi mutui fino a 3 miliardi di euro, dal tratto di penna su una varietà di vincoli e regole riguardanti interessi passivi e spese del personale e dall’addio all’obbligo di conferire all’abbattimento del debito pubblico il 10% degli introiti provenienti dalla vendita della abitazioni.

 

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