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Fisco, quanto pesa su lavoratori e imprese?

Qual è, ad oggi, il peso del fisco sui lavoratori e sulle aziende? Si tratta di un’incudine molto gravosa.

I numeri parlano chiaro. Durante il 2015 al fine di poter adempiere a tutti gli oneri fiscali, chi percepisce un reddito inferiore ai 24 mila euro ha dovuto lavorare dal 1° gennaio al 12 maggio. Ma c’è anche chi – si legga le imprese – potranno celebrare il cosiddetto tax free day soltanto tra qualche mese.

Uno studio effettuato dalla Cgia prende in esame il reddito disponibile di un operaio tipo, con moglie e figlio a carico e uno stipendio mensile netto, che complice il bonus Irpef degli 80 euro tocca i 1.631 euro. eGli analisti della Cgia hanno preso poi in considerazione l’ammontare delle imposte, delle tasse e dei contributi “gravanti” sul reddito e sui consumi che il contribuente tipo versa allo Stato (9.627 euro), suddividendolo per il guadagno giornaliero ottenuto dividendo il reddito disponibile per i 365 giorni dell’anno. Il risultato? Nel 2015, l’operaio tipo lavorerà fino al 13 maggio per poter assolvere a tutti gli oneri fiscali: un giorno prima rispetto al 2014.

Il motivo: contrariamente a quanto accaduto lo scorso anno, il bonus mensile degli 80 euro – divenuto permanente con la legge di Stabilità 2015 – ha avuto effetti a partire da gennaio, consentendo un guadagno netto annuo aggiuntivo di 320 euro. Soldi a cui va ad aggiungersi il risparmio dovuto alla lievissima riduzione delle accise sui carburanti, pari a 0,24 centesimi al litro, che diventano 0,29 se si considera anche il risparmio Iva.

Tuttavia il risultato della simulazione potrebbe essere rivisto, avverte la Cgia. Non potendo disporre di informazioni oggettive sulla tassazione locale (addizionale Irpef, Imu e Tasi), nel corso della simulazione sono state utilizzate le medesime aliquote del 2014. Aliquote che, per esigenze di bilancio, alcuni Comuni potrebbero aumentare.

Preoccupano anche le clausole di salvaguardia, specie quelle previste dalla legge di Stabilità 2015. Qualora la Commissione europea non approvasse le nuove regole in materia di fatturazione verso la pubblica amministrazione (split payment) e verso la grande distribuzione (estensione del reverse charge), per reperire 1,7 miliardi di euro è previsto l’aumento delle accise sui carburanti.

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