Il mondo delle P. IVA è cambiato molto da quando è stato introdotto il regime forfettario, che ha offerto ai liberi professionisti e alle aziende una vera e propria alternativa al regime ordinario. Si tratta di due regimi fiscali molto diversi tra di loro, che hanno specifici vantaggi, e che sono accomunati da alcuni aspetti, come l’obbligo di effettuare la fatturazione elettronica. Oggi i liberi professionisti hanno a disposizione degli appositi software per la fatturazione elettronica forfettari, perfetti per gestire le fatture in modo facile. Sono programmi sviluppati per ridurre il rischio di errori, e per offrire una interfaccia semplice e adatta a tutti.

Se state per aprire la vostra Partita IVA probabilmente volete saperne di più sulle differenze tra regime forfettario e regime ordinario. Nelle prossime righe troverete tutte le risposte alle vostre domande.
Quali sono le differenze tra regime forfettario e regime ordinario?
Il regime forfettario e il regime ordinario sono molto diversi tra di loro, e hanno specifiche caratteristiche e vantaggi da tenere in considerazione prima di decidere di aprire la Partita IVA.
Iniziamo illustrando ciò che riguarda il regime forfettario. Si tratta di una soluzione molto popolare per i piccoli imprenditori e per i liberi professionisti. Ha uno specifico limite relativo ai ricavi: in un anno non si possono fatturare più di 85.000€.
Passando invece alla tassazione non ci sono elementi come l’IRPEF o l’IRAP. Si deve versare un’imposta sostitutiva. Tale imposta ha un valore del 15%. Per i primi cinque, rispettando determinate condizioni, si può usufruire di una riduzione, che porta il valore dell’imposta al 5%.
Chi ha un regime forfettario, in più, non deve versare l’IVA, ma non può neanche dedurre eventuali costi.
Come funziona invece il regime ordinario? Si tratta di un regime fiscale che può essere richiesto da tutte le Partita IVA, e che non prevede nessun limite relativo al fatturato. Attenzione perché non va sottovalutata la tassazione. Si è sottoposti a un IRPEF progressivo, che può passare, a seconda degli scaglioni, da un valore minimo del 23% ad un valore massimo del 43%. Un buon commercialista saprà senz’altro aiutarvi a capire al meglio questo aspetto del regime ordinario. L’IRPEF non è l’unica imposta, ci sono anche delle aggiunte ulteriori, come l’IVA e l’IRAP.
Dal punto di vista della contabilità siamo di fronte a una situazione “classica”: si possono dedurre dei costi reali, un vantaggio molto interessante per le aziende e le imprese.
E l’INPS?
Non ci si può dimenticare di ciò che riguarda la previdenza, ossia il versamento dei contributi all’INPS. Nel caso del regime forfettario si può usufruire di una riduzione dei contributi INPS. Se si rientra nelle categorie degli artigiani e dei commercianti, è possibile ottenere un’ulteriore agevolazione contributiva.
Anche alcune categorie che adottano il regime ordinario possono agevolare di riduzioni nei contributi.
In ogni caso è utile rivolgersi a un commercialista, soprattutto se fate parte di categorie che sono legate a altri enti previdenziali, come l’ENPAM.