Tra aliquote base e margini di autonomia dei comuni, pagamenti a rate e altre novità dell’ultima ora, il panorama intorno al calcolo IMU è stato reso denso e complesso. Cerchiamo pertanto con un estremo tentativo di sintesi, di cercare di rendere più trasparente il lavoro di tutti coloro che si apprestano a conteggiare quanto dovranno pagare di imposta municipale unica nel corso di questo tesissimo 2012.
Innanzitutto, un po’ di chiarezza sulle aliquote: l’aliquota ordinaria per le prime case è fissata nello 0,40 per cento, quella per le seconde case è fissata nello 0,76 per cento. I Comuni hanno tuttavia la possibilità di incrementare o diminuire (rispettivamente, dello 0,20 per cento e dello 0,30 per cento) le aliquote ordinarie per la prima o per la seconda casa. Ne consegue che, nella peggiore delle ipotesi, il contribuente detentore di una seconda casa andrà a pagare un’aliquota pari a 1,06 punti percentuali.
Ma in che modo si calcola l’IMU? E su cosa si applica questa aliquota ordinaria?
Patrimoniale rigida e ingiusta. Così è stata definita l’imposta municipale unica, che dal 2012 sostituisce l’imposta comunale sugli immobili, da parte del presidente dei sindaci italiani Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia. Un attacco duro e non certamente inatteso, visto e considerato che buona parte dei sindaci non sembra aver gradito l’introduzione di tale imposta da parte dell’esecutivo Monti.

Sono ormai due giorni che il sito internet del nostro
A partire dal 2013, con l’abbandono delle “vecchie” Tarsu e Tia, il regime fiscale italiano si arricchirà della nuova Res, il tributo rifiuti e servizi che i Comuni Italiani applicheranno in misura differenziata, in virtù della nuova normativa riconducibile all’interno del federalismo fiscale. L’introduzione è contenuta all’interno del primo decreto correttivo della riforma, approvato lunedì scorso dal Consiglio dei Ministri, e ora in dirittura d’arrivo verso la Conferenza unificata e, in conclusione, verso la bicamerale.