Le frodi all’Inps non sono certo una novità, ma la Corte di Cassazione ha deciso di porre un freno a questo fenomeno: due recenti pronunce dei giudici di Piazza Cavour hanno infatti messo in luce la disciplina da seguire in questi casi. Nello specifico, per parlare di truffa vera e propria e non di evasione fiscale basta che il sostituto d’imposta faccia commettere un errore all’ente di previdenza sociale. Inoltre, dettaglio di certo non trascurabile, nel caso di amministratori di fatto che si rendono protagonisti di simili vicende, la responsabilità appartiene anche ad essi.
Nel primo caso si era trattato di una truffa relativa alla dichiarazione per l’indennità di maternità, con la volontà esplicita di ottenere un profitto senza averne diritto. Nel secondo caso, invece, un prestanome aveva coperto la truffa posta in essere da amministratori di fatto di una società a responsabilità limitata.
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