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Sanatoria Partiva Iva inattiva: ecco come fare

Visto e considerato che, in merito al nostro ultimo post in tema, ci sono giunte diverse richieste di approfondimento, cerchiamo di riassumere brevemente in che modo l’amministrazione finanziaria incoraggia i soggetti passivi a comunicare all’Agenzia delle Entrate la cessazione della propria attività ai fini della chiusura del proprio numero di identificazione agli effetti del tributo.

Ma come provvedere se non si è già effettuata la comunicazione? Inserendoci nel più ampio tema del ravvedimento operoso, ricordiamo che chi non si è già visto contestare la chiusura della partita iva inattiva da parte dell’Agenzia delle Entrate, può procedere in termini di un ravvedimento, risparmiandosi così le sanzioni che verrebbero comminate altrimenti.

Ma anche chi si è già visto arrivare un atto di contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, non ha davanti a sé completamente chiuse le porte di una risoluzione maggiormente bonaria. Chi infatti sta subendo l’inizio di un’attività di verifica, ma non ha ancora subito alcuna notifica di provvedimento formale di irrogazione delle sanzioni, può infatti richiedere una sanatoria delle infrazioni, da applicarsi mediante versamenti del codice tributo 8110, con il modello F24.

In questo modo, viene riconosciuta una possibilità di regolarizzazione maggiormente conveniente a coloro che, pur cessando l’attività, e in completa buona fede, si sono dimenticati di comunicarlo all’Agenzia delle Entrate. Torneremo comunque sull’argomento nel corso delle prossime settimane, considerato il vostro interesse sul tema oggi oggetto di questo breve approfondimento. Non dimenticate inoltre di farci sapere se la vostra richiesta di sanatoria è andata correttamente a buon fine, o avete trovato qualche ostacolo.

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