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Tasse sul lavoro, obbligatorie anche se l’occupazione è “in nero”

Anche chi lavora in nero, deve pagare le tasse. A dirlo sono numerose pronunce giurisprudenziali e, da qualche giorno, anche il parere n. 26/2011 della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, che prende in carico l’opinione dei giudici formulando un indirizzo piuttosto omogeneo e consolidato, che sostituisce la vecchia esclusiva del datore di lavoro con un nuovo approccio, in cui la responsabilità è condivisa tra datore di lavoro e lavoratore.

Il parere della Fondazione risponde al quesito che chiede di sapere se il lavoratore è comunque responsabile dei pagamenti in nero erogati dal datore di lavoro. Il parere spiega che è obbligatorio per il soggetto che effettua il pagamento e che si è avvalso della prestazione lavorativa, l’effettuazione e il versamento della ritenuta Irpef a titolo d’acconto.

La Cassazione ha stabilito che il lavoratore è corresponsabile dell’illecito, e deve provvedere ad assoggettare a tassazione la retribuzione percepita pure in assenza di ritenuta da parte del datore di lavoro e, quindi, di pagamenti in nero.

L’ultima sentenza che adotta questo approccio, in ordine di tempo, è la numero 9897 del 2011, nella quale la Cassazione stabiliva che era del tutto irrilevante la possibile sussistenza di un accordo tra datore di lavoro e lavoratore per non assoggettare a tassazione le somme percepite, e che il lavoratore ritenesse in buona fede che le somme non dovessero essere indicate all’interno della dichiarazione dei redditi.

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