Al fine di colpire i patrimoni più corposi, pur in maniera indiretta, la manovra Monti ha previsto l’applicazione di una tassa sugli aeromobili, mediante imposta erariale su tutti i velivoli privati (così individuati sulla base dell’art. 744 del Codice della Navigazione), immatricolati nel RAN (il Registro Aeronautico Nazionale).

L’imposta prevede un’applicazione differenziata sulla base del peso dell’aeromobile, così calcolato: fino a 1.000 kg., euro 1,50 al kg; fino a 2.000 kg., euro 2,45 al kg; fino a 4.000 kg., euro 4,25 al kg; fino a 6.000 kg., euro 5,75 al kg; fino a 8.000 kg., euro 6,65 al kg; fino a 10.000 kg., euro 7,10 al kg; oltre 10.000 kg., euro 7,55 al kg. Un onere che va pertanto a penalizzare i possessori di velivoli maggiormente capienti, riducendo il pregiudizio per quelli che invece posseggono un aeromobile di minor peso e dimensione.

Non solo: l’imposta si estende anche sugli elicotteri, con un incremento degli oneri in maniera pressochè doppia rispetto a quanto stabilito per gli aeromobili di diversa natura, ad equivalente peso. Per quanto infine riguarda gli alianti, i motoalianti, gli autogiri e gli aerostati, l’imposta è pagabile in misura fissa per 450 euro.

L’elenco dei contribuenti tenuti al pagamento dell’imposta è relativo a coloro che risultano essere proprietari, dai pubblici registri, o usufruttuari o acquirenti con patto di riservato dominio, o ancora utilizzatori a titolo di locazione finanziaria (leasing) con corresponsione all’atto del rilascio o del rinnovo del certificato di revisione.

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