L’abbonamento al canone Rai non è ovviamente dovuto da tutti i cittadini, ci sono infatti delle eccezioni e degli esoneri di cui bisogna tenere debitamente in considerazione: il caso più importante ed esemplificativo è quello che riguarda gli utenti che hanno un’età superiore ai settantacinque anni, il cui pagamento per questa specifica imposta non è dovuto. Ovviamente, però, bisogna rispettare delle condizioni e dei requisiti ben precisi, ragione per la quale è bene fare ordine da questo punto di vista. L’età è importante e se sono stati superati gli anni appena menzionati, è possibile richiedere l’esonero dal versamento, con un conseguente risparmio di oltre cento euro per quel che concerne ogni singolo anno, una somma di denaro che potrebbe tornare utile agli anziani coinvolti.

In aggiunta, bisogna far riferimento anche al reddito familiare che è disponibile: nel caso in cui quest’ultimo dovesse essere più basso rispetto alla soglia dei 516,46 euro al mese e dei 6.713,98 euro l’anno (vengono prese in considerazione tredici mensilità per la precisione), la domanda può essere presentata e a quel punto viene deciso se far scattare l’esenzione a cui è fatto riferimento. Ma non basta, l’elenco di coloro che possono beneficiare di questa agevolazione fiscale è più ampio, ma non va comunque a ricomprendere anche quei soggetti che vivono di norma con delle persone differenti dal coniuge e che non possono vantare alcun tipo di reddito proprio.

Insomma, è necessario distinguere tra le varie situazioni che si possono presentare, in modo da non commettere errori al momento dell’esonero stesso. Come viene calcolato nello specifico il reddito utile all’esclusione dal canone Rai? La pensione è un elemento fondamentale, ma non l’unico, dato che si provvede a sommare i redditi che sono relativi alle proprietà di ogni tipo, ai titoli e agli interessi sui depositi bancari (le pensioni di guerra e quelle di invalidità civile non rientrano in questo discorso).