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Incontro Italia – Svizzera sull’evasione fiscale

Ne parliamo oramai da diversi mesi, e sembra che finalmente qualcosa si stia cominciando a muovere. Parliamo della vicenda che vede la Svizzera impegnata in una serie di accordi bilaterali per cercare di regolamentare la trasparenza dei movimenti del proprio sistema bancario, e che l’Italia, a più riprese e con diversi livelli di entusiasmo, a cercato di attivare al fine di migliorare l’efficacia della propria lotta all’evasione fiscale.

Grazie allo sblocco dei ristorni dei frontalieri, e al via libera dell’Unione Europea agli accordi bilaterali con la confederazione elvetica, le trattative Italia – Svizzera per poter licenziare un vero e proprio patto fiscale sui capitali depositati presso le banche elvetiche possa finalmente avere la luce. A ricordarlo è stato lo stesso presidente del Consiglio Mario Monti, che ha preannunciato un incontro a breve termine con il ministro delle finanze elvetico.

“A breve avrò un incontro, già sollecitato, con la presidente della Confederazione Elvetica, Micheline Calmy-Rey, e affronteremo con spirito costruttivo e mente aperta la questione del pagamento in favore dell’Italia dei ristorni frontalieri bloccati nel 2011 e quindi dell’ipotesi di accordo sui capitali italiani depositati Oltrealpe” – ha dichiarato Monti.

ACCORDO ITALIA – SVIZZERA ANCONA LONTANO

“Con l’evoluzione recente” – ha poi aggiunto il premier – “sono venuti meno due ostacoli: uno da parte svizzera e l’altro che era un problema comunitario legato alle eccezioni mosse dalla Commissione europea all’accordo tra Svizzera e Germania e tra Svizzera e Gran Bretagna. Superate queste obiezioni, non ci sono più ostacoli”.

Nel merito, il presidente del Consiglio ha poi voluto sottolineare che la lotta all’evasione fiscale sta portando avanti il governo “è di proporzioni non riscontrate in passato” e che l’utilizzo dei proventi derivanti dalla lotta all’evasione può generare facili conclusioni sulle finalità. “E’ astrattamente possibile, serve una doverosa prudenza che ci rende esitanti a stimolare dibattiti” – ha chiuso Monti.

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