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Analisi Entrate primo semestre 2012

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha finalmente diffuso i dati definitivi relativi al gettito tributario della prima parte del 2012. Un gettito che appare in netta crescita rispetto all’anno precedente, con entrate fiscali complessive che nel periodo gennaio – giugno 2012 si sono attestate a quota 197,2 miliardi euro, 8,4 miliardi di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2011, con un incremento percentuale che è pertanto pari a 4,5 punti. Vediamo quali sono le tasse maggiormente aumentate, e quale voce ha contribuito di più al raggiungimento di questo risultato.

A ben vedere, i numeri diffusi dal Ministero dimostrano come, nonostante una fase economica fortemente negativa per la nazione (come già avevamo anticipato in analisi entrate tributarie primo quadrimestre 2012 e ancor prima con le entrate tributarie primo bimestre 2012), le misure correttive varate nel corso dell’ultimo anno dal governo abbiano assicurato alle casse statali più entrate, con un incremento che appare piuttosto evidente sia a livello erariale che a livello territoriale, visto e considerato che gli enti locali hanno incamerato oltre un miliardo di euro in più rispetto allo scorso anno, con un incremento proporzionale che il Mef afferma essere pari a 7,7 punti percentuali.

L’incremento di metà anno da parte degli introiti statali, pari a 191,2 miliardi di euro, trae principalmente origine da alcune componenti che nel 2011 non potevano essere contabilizzate, sminuendo così l’importanza del confronto su base annua. Ad esempio, il 2012 ha potuto “beneficiare” della contribuzione della presenza dell’imposta sostitutiva sul leasing immobiliare, pagata in modalità una tantum ad aprile 2011, e capace di far affluire sui conti dello Stato 1,259 miliardi di euro.

Come non fare un cenno, poi, all’introduzione dell’imposta municipale unica, l’Imu, il cui gettito di giugno è stato pari a 3,9 miliardi di euro per la quota dell’erario, in linea con le previsioni. In lieve calo, invece, il contributo delle imposte dirette (con l’Irpef in flessione di mezzo punto percentuale, e l’Ires in diminuzione di 1,6 punti percentuali), mentre aumentano le imposte indirette, con un incremento del 3,5 per cento, o + 3 miliardi di euro.

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