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L’imponibilità Iva del pattugliamento di ecosistemi e acque interne

L’applicazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto ha senso anche e soprattutto quando si parla di imbarcazioni che sono impegnate nel pattugliamento degli ecosistemi marini e delle acque interne: è questa la disposizione che è emersa dalla risoluzione 97/E resa pubblica ieri dalla nostra amministrazione finanziaria, un documento che si era reso necessario alla luce di una risposta da fornire direttamente al Corpo Forestale dello Stato. In effetti, non sono proprio tutti i compiti di queste navi statali che possono beneficiare del cosiddetto regime della non imponibilità, ma bisogna fare riferimento all’ordinamento comunitario di cui l’Italia fa parte.

La questione è sorta in relazione alle attività di controllo degli equilibri del mare e delle sue creature, la quale non può essere considerato un salvataggio o un’assistenza in senso stretto. Un utile riferimento è quello del nuovo articolo 8-bis del Decreto Iva (Dpr 633 del 1972): in base a quest’ultimo, richiamato dalla stessa Forestale, si possono considerare come cessioni all’esportazione e quindi non imponibili Iva, le vendite di navi che sono adibite alla navigazione in alto mare e che sono anche destinate all’esercizio di attività di tipo commerciale o della pesca, oltre a quelle attive nelle operazioni di salvataggio e di assistenza in mare. La non imponibilità tributaria, pertanto, è valida solamente per quest’ultima attività quando si ha a che fare con delle imbarcazioni istituzionali.

Ma l’articolo del decreto ha fatto sparire il riferimento alle navi, parlando esclusivamente di cessioni di aeromobili, tra cui includere anche i satelliti. Di conseguenza, non vi possono essere deroghe di nessun tipo e l’Iva va pagata. Certo, queste operazioni della Forestale sono senza dubbio lodevoli e meritevoli, ma non è possibile parlare di utilità pubblica; in aggiunta, una agevolazione non può essere consentita, in quanto si comprometterebbe l’equilibrio dell’ordinamento comunitario in materia di Iva. Il pattugliamento di ecosistemi e acque interne dovrà dunque ricordare queste precisazioni, nel caso in futuro ci dovessero essere nuovamente dei dubbi.

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