Quando si acquista un appartamento, si deve tenere in considerazione che il Fisco italiano prevede l’applicazione di Iva e/o imposta di registro, imposte ipotecarie e imposte catastali. Ma a quanto ammontano le imposte determinabili in sede di acquisto di fabbricati ad uso abitativo? E quanto cambiano le imposte se il venditore è un privato o è un’impresa?

Cerchiamo di riassumere il quadro della situazione, sintetizzando le tre casistiche principali:

• Il venditore è un privato: in questa ipotesi, l’imposta sul valore aggiunto non viene applicata. Al suo posto, viene applicata l’imposta di registro del 7 per cento, l’imposta ipotecaria del 2 per cento e l’imposta catastale dell’1 per cento.

• Il venditore è impresa non costruttrice che non ha eseguito lavori di restauro, di risanamento e di ristrutturazione, o è impresa costruttrice che vendono dopo 5 anni dalla data di ultimazione dei lavori: anche in questa ipotesi l’Iva è esente e, in maniera identica all’ipotesi di vendita da privato, si applica l’imposta di registro per il 7 per cento, l’imposta ipotecaria per il 2 per cento e l’imposta catastale per l’1 per cento.

• Il venditore è impresa costruttrice che vende entro 5 anni dall’ultimazione dei lavori o successivamente, nel caso in cui entro tale termine i fabbricati siano stati locati per un periodo non inferiore ai 4 anni in attuazione di programmi di edilizia convenzionata: in questo caso, si applica l’imposta sul valore aggiunto nella misura del 10 per cento (21 per cento se il fabbricato è di lusso), mentre imposta di registro, ipotecaria e catastale vengono applicate in misura fissa di 168 euro cadauno.

Tra poche ore, in un nostro nuovo approfondimento sul tema, andremo invece a scoprire in cosa consistono le agevolazioni fiscali per l’acquisto della propria prima casa. Se invece siete curiosi di sapere in che modo vengono tassati gli immobili negli altri Paesi europei, poco fa abbiamo parlato del tema in un nostro approfondimento.