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Le richieste di apertura delle partite iva italiane

Il “popolo della partite Iva” continua ad avere enormi difficoltà a causa della crisi economica, tanto che il numero delle partite Iva sta diminuendo. L’Ancot, Associazione Nazionale Consulenti Tributari, ha studiato la situazione, aggiornata al mese di gennaio, inerente alle iscrizioni e cancellazioni del numero delle partite Iva nelle diverse province italiane sulla base dei dati diffusi dal Ministero delle Finanze. Tra le province dove c’è stata più flessione, rispetto al mese di gennaio 2013, nell’ordine decrescente sono: Rovigo -29,92%, Massa Carrara -23,13%, Isernia -22,84%, Siena -22,55%, Rimini -22,06%, Caltanissetta -21,93%, Rieti -21,43%, Siracusa -20,14%, Caserta -19,02%, Ravenna -18,39%.

Partite IVA in calo nel 2013

Ma ci sono anche zone dove le partite Iva aumentano e le prime dieci sono: Pistoia 0,22%, Brescia 0,51%, Lecco 1,92%, Campobasso 2,02%, Biella 2,21%, Nuoro 3,37%, Bolzano 6,93%, Frosinone 8,47%, Fermo 8,68% e Crotone 16,23%. Complessivamente a gennaio 2014 sono state aperte 78.966 nuove partite Iva; in confronto al corrispondente mese dell’anno precedente si registra calo del 9%.

Chiusura d’ufficio delle partite IVA 2013

Il confronto con gennaio 2013 evidenzia che tutte le Regioni hanno accusato una diminuzione di aperture. Rispetto a gennaio 2013, tutti i settori principali riportano un calo di aperture, con punte di oltre il 10%, mentre l’eccezione è delineata dalle «altre attività di servizi» che al contrario fanno registrare un aumento del 7,2%. “Il cosiddetto popolo delle partite Iva – dice il presidente Ancot Arvedo Marinelli – sta continuando a soffrire per il perdurare della crisi economica. Confidiamo nelle politiche di rilancio del Governo a favore anche di queste importante realtà che possono contribuire alla ripresa dell’economia italiana”.

 

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