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Tracciabilità e costi per il Pos: facciamo un po’ di chiarezza

Come noto, una delle modifiche alla manovra Monti ha permesso di innalzare il limite della tracciabilità dei pagamenti della pubblica amministrazioni: in altri termini, pensioni e stipendi (ma non solo), avranno una soglia di pagamento in contante non più di 500 euro, bensì di 1.000 euro. Un provvedimento che costringerà tutti i soggetti interessati ad adeguarsi alla nuova disposizione, entro un limite temporale di tre mesi.

Ma le novità non finiscono qui, e riguardano altresì tutti i negozianti che sono titolari di Pos: è chiaro come uno degli intenti della manovra Monti sia quello di combattere l’evasione fiscale abbassando l’importo dei pagamenti in contante anche nel settore privato, permettendo così una più completa tracciabilità di tutti gli acquisti di beni e di servizi. Un intento che potrebbe tuttavia comportare un aggravio dei costi per gli esercenti.

Al fine di evitare questo scenario, la manovra inaugura anche il tetto massimo alla commissione dovuta agli istituti di credito. L’articolo 12 del provvedimento salva Italia invita infatti a fissare un compenso che per ogni transazione non potrà superare l’1,5%.

Oltre a ciò, entro breve tempo Banca d’Italia, Abi, Poste Italiane e le associazioni dei prestatori di servizi di pagamento, dovranno presto definire con una convenzione le caratteristiche di un conto corrente o di un conto di pagamento base, con possibilità di ampliare il conto corrente a zero spese per tutte quelle fasce di clientela particolarmente svantaggiate.

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