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Cassazione: valida la confisca dei crediti nelle frodi carosello

La sentenza 15186 della Corte dei Cassazione risale allo scorso 19 aprile, ma ha una valenza rilevante dal punto di vista fiscale che è necessario approfondirla nel dettaglio: la pronuncia dei giudici di Piazza Cavour si è resa necessaria per dirimere i dubbi in merito a una vicenda legata alle cosiddette frodi carosello, vale a dire quando delle società fittizie vengono create col solo scopo di non pagare le tasse e in particolare l’Imposta sul Valore Aggiunto. Ebbene, gli “ermellini” hanno stabilito che nel caso di specie può ritenersi legittima la confisca di tutti quei crediti che sono vantati dalla società indagata nei confronti dell’altra. Il sequestro preventivo per fini di confisca era stato disposto dal Gip (Giudice per le Indagini Preliminari), alla luce di una inchiesta che aveva appurato le frodi carosello in questione, sfruttate con il preciso intento di beneficiare di crediti Iva fittizi.

Tra gli indagati, inoltre, è finito anche il legale rappresentante della società coinvolta. Quest’ultimo si è quindi rivolto alla Cassazione per contestare la confisca di cui si sta parlando e appellandosi all’annullamento della misura per via della “assoluta inesistenza”. Il provvedimento è consistito più precisamente nella cosiddetta confisca per equivalente, la quale risulta essere molto utile per debellare le violazioni tributarie che sono rilevanti dal punto di vista tributari; secondo la normativa attuale, poi, l’applicazione di essa può avvenire in casi specifici, soprattutto quando la condanna è già stata pronunciata.

L’impugnazione da parte dell’indagato non è stata considerata valida, visto che nell’ipotesi in cui le indagini preliminari diano luogo a una riconducibilità dei beni alla società, allora il sequestro preventivo ha senso se ha il fine di confiscare per equivalente i crediti, perfino quando le somme in questione non possono essere ancora considerate nella disponibilità dell’imprenditore stesso. Tra tali beni, infine, si possono includere i beni che rientrano nella disponibilità del soggetto indagato, in primis i crediti.

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