Acquistare un orologio falso non è reato. Ciò non equivale, ovviamente, ad affermare che il comportamento di coloro che comprano un Rolex contraffatto non sia ugualmente perseguibile di sanzione amministrativa. Almeno in Italia, tuttavia, l’acquisto sopra ricordato provoca unicamente una sanzione amministrativa, senza possibilità di riconduzione all’interno del recinto penale.
A dirlo è una recente sentenza delle Sezioni unite penali della Cassazione (22225/12), pubblicata l’8 giugno, secondo cui chi compra merce contraffatta rischia solamente la già ricordata sanzione amministrativa, anche se – alla luce del diritto comunitario – non è certamente raro trovare opinioni contrastanti. Tuttavia, la mancata previsione come fattispecie di reato per comportamenti che ai sensi della normativa Ue si sarebbero dovuti considerare come penalmente illeciti, può al massimo portare un inadempimento dell’Italia rispetto agli obblighi di fonte europea.
Il caso sul quale la Cassazione si è pronunciata è il seguente: alla Dogana venne intercettato un collo proveniente dalla Cina, relativo all’ordine di un acquirente, per un Rolex contraffatto. Pertanto, l’uomo si ritrova condannato ex art. 648 comma 2 del codice penale, con pagamento di una multa e dei danni in favore della casa produttrice.
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Dopo l’assoluzione, però, l’uomo (che collezionava orologi falsi) non solo evita la pena pecuniaria, ma otterrà anche il risarcimento alla parte civile grazie all’assoluzione piena, e l’esenzione dalla sanzione amministrativa (la depenalizzazione del reato è successiva alla data di commissione del fatto).
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In sintesi, nel caso di cui sopra, si è configurato solo l’illecito amministrativo a carico di chi risulta acquirente finale di un prodotto con marchio contraffatto, o che comunque ha origine e provenienza diversa da quella indicata. L’orologio sequestrato è stato confiscato, come previsto dalla normativa sulle cose che violano le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti e in materia di proprietà industriale.
