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Dati affitti in nero

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Il fenomeno degli affitti in nero non accenna a placare la sua incidenza negativa nel settore delle locazioni, nel comparto immobiliare e in quello fiscale. A ricordarci di quanto sia preoccupante lo scenario degli affitti non regolari è un’indagine condotta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche Antonella Di Benedetto di Krls Network of Business Ethics, per conto di Contribuenti.it Magazine. Vediamo nel dettaglio quali siano le principali valutazioni effettuate all’interno del report, che ci aiuta a tracciare in maniera più accorta i confini del nomeno.

Stando a quanto afferma l’analisi, nonostante il folto numero degli studenti fuori sede in Italia, solamente il 32 per cento degli universitari sarebbe in possesso di un contratto regolare di affitto dell’immobile. O, se preferite, oltre i due terzi degli studenti universitari vivrebbe ad oggi in una stanza o in una casa per la quale non è stato registrato alcun ufficiale contratto di locazione.

La rilevazione, che è stata effettuata grazie all’elaborazione di una serie di dati ministeriali, degli uffici tributi, delle banche centrali, degli istituti di statistica e delle Polizie tributarie, afferma di fatto che il 68% degli studenti universitari italiani ha un contratto in nero o comunque irregolare. Le locazioni in nero degli immobili a studenti italiani sono risultate circa il quintuplo di quelle riscontrate in Francia e della Germania.

Un fenomeno già di per sé molto rilevante, all’interno dei confini italici, che risulta purtroppo essere addirittura in crescita, come dimostrato dall’incremento su base annua riscontrato in alcune delle principali regioni per numero di studenti fuori sede: Lombardia (+16,2%), Lazio (+15,8%), Veneto (+15,3%), Piemonte (+14,8%), Liguria (+14,2%), Emilia Romagna (+14,1%) e Toscana (+13,1%).

Oltre che in termini percentuali, la Lombardia fa registrare il maggior aumento dell’evasione fiscale da affitti in nero anche in termini assoluti, conquistando lo scettro di questo ben poco invidiabile studio. In percentuale, infatti, il dato lombardo aumenta, nel primo semestre del 2012, di circa il 17,2%.

Vedi anche la cedolare secca 2012.

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