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Come affrontare la scadenza della cedolare secca

Gli ultimi dati sugli affitti in nero non sono certo incoraggianti per il nostro paese, tanto più che la cedolare secca è stata introdotta proprio per stroncare tale fenomeno: in attesa di tempi migliori, comunque, bisogna fare i conti con la scadenza fiscale che riguarda tale imposta. Come è noto, si tratta della somma di diversi tributi, vale a dire l’Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), le addizionali regionali e quelle comunali, l’imposta di registro e quella di bollo sul contratto di affitto. Insomma, in ambito immobiliare essa si affianca idealmente all’Imposta Municipale Unica (Imu), anche se non è valida per tutti i contribuenti.

In effetti, la cedolare secca può essere liberamente scelta da quelle persone che hanno affittato degli immobili ad uso abitativo, insieme alle loro pertinenze. Tra l’altro, si è anche discusso di situazioni particolari in questo senso, come ad esempio quella della cedolare secca nei contratti misti. Come si può affrontare con serenità la scadenza fiscale in questione, prevista per il prossimo 30 novembre? Quest’ultima data è stata scelta dalla nostra amministrazione finanziaria come termine ultimo per il pagamento della sesta rata dell’imposta sostitutiva a titolo di saldo per il 2011 e di primo acconto per il 2012; in aggiunta, lo stesso termine vale anche per il versamento del secondo o unico acconto.

La cedolare prevede che sia applicata una aliquota fissa nella misura del 21% dell’imposta sostitutiva sul canone d’affitto che le parti hanno stabilito per ogni singolo anno. L’acconto di novembre prevede di far fronte al 92% dell’importo che è indicato nel rigo RB11 della colonna 3, con specifico riguardo ai contratti che sono in corso nel 2011. Qualora l’ammontare appena descritto dovesse essere inferiore ai cinquantadue euro, allora non ci sarà bisogno di alcun pagamento, altrimenti è necessario inserire il codice tributo numero 1841 all’interno del consueto modello F24 predisposto per il caso in questione.

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