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Il Fisco e i controlli sui prelievi ingiustificati

Gli occhi del Fisco vedono ovunque. Sembra essere questo il segnale proveniente dalle ultime normative in materia di anti-evasione e, nello specifico, in materia di controllo dei conti correnti.

Se ne discute da qualche tempo e la manovra procede per stanare i ‘furbetti’. Come? C’è chi rischia verifiche fiscali per i prelievi ingiustificati. C’è una sorta di marcia indietro sulla sanzione sui prelievi bancari da bancomat e sportello senza giustificazione.

Si potranno avviare infatti indagini finanziarie nei confronti di lavoratori autonomi e titolari di reddito di impresa. I prelevamenti non contabilizzati o di cui non viene indicato il beneficiario sono considerati quali maggiori compensi o ricavi. Senza giustificazione, si considera che la somma prelevata sia stata utilizzata per acquisti in nero, che hanno permesso di produrre beni o servizi venduti a loro volta in nero. Ecco le precisazioni degli esperti:

La versione dello schema di decreto di riforma delle sanzioni amministrative tributarie (approvata dal Consiglio dei ministri del 4 settembre e ora in attesa di un secondo parere delle commissioni parlamentari) conferma la presunzione legale che attribuisce ai prelevamenti non giustificati dei titolari di reddito di impresa il valore di ricavi non dichiarati. È stata così cancellata la sanzione dal 10% al 50% dell’importo del prelevamento prevista in caso di omessa o inesatta indicazione del beneficiario dei prelevamenti non transitati nelle scritture contabili.

I titolari di reddito di impresa interessati da controlli del fisco basati nel dettaglio sui versamenti e sui prelevamenti bancari non giustificati sono chiamati a fornire la prova contraria e tale prova non può essere generica, tuttavia è necessaria una dimostrazione sulle diverse cause giustificative degli accrediti e dei prelievi, come ha precisato anche di recente la Cassazione

 

 

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