Scadenze fiscali: gli appuntamenti IVA del 27 dicembre

Il 27 dicembre è data fondamentale per la regolarizzazione della propria posizione IVA. Entro tale giornata, infatti, si dovrà procedere alla regolarizzazione delle fatture emesse fino al mese di novembre con la vecchia aliquota del 20%, e dei corrispettivi che siano stati annotati in maniera non corretta, effettuando una idonea variazione in aumento, con versamento della differenza attraverso il modello F24, esclusivamente per via telematica. La regolarizzazione entro il 27 dicembre non comporta alcuna sanzione, mentre insufficienti versamenti (o omissioni), determinano l’applicazione di una misura pari al 30% dell’ammontare non corrisposto.

Sempre entro il 27 dicembre è opportuno regolarizzare le fatture emesse entro il mese di settembre con l’aliquota non più in vigore del 20%, e dei corrispettivi, con versamento del tributo, maggiorato degli interessi pari a un punto percentuale, con uso del modello F24, per via telematica. Anche in questo caso, ricordiamo come la regolarizzazione entro tale data non comporti alcuna sanzione, mentre l’insufficiente o l’omesso versamento determinerà l’applicazione della sanzione amministrativa nella misura pari al 30% dell’ammontare non corrisposto.

Oli lubrificanti e bitumi di petrolio: la scadenza del 27 dicembre

La data del prossimo 27 dicembre sarà fondamentale per tutti coloro che saranno chiamati al versamento dell’imposta di consumo sugli oli lubrificanti e i bitumi di petrolio: in pratica, questo tributo viene calcolato in maniera specifica, vale a dire prendendo come base la dichiarazione che ogni mese elenca le immissioni in consumo dei trenta giorni precedenti. C’è un testi normativo ben preciso per avere maggiori delucidazioni in tal senso, il Decreto legislativo 504 del 1995 (“Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative”). In particolare, secondo quanto previsto dal primo comma, lettera “e”, dell’articolo 61, l’imposta in questione viene ad essere determinata in base agli elementi che vengono espressamente richiesti dall’Agenzia delle Entrate e che sono poi elencati nella già citata dichiarazione mensile; il soggetto obbligato deve presentare a cadenza regolare, con i termini che possono comunque cambiare a seconda dei decreti del Ministero delle Finanze.

Scadenze fiscali, tutti gli appuntamenti del 20 dicembre

Martedì 20 dicembre è una giornata di scadenza per molti appuntamenti fiscali. Iniziamo con il ricordare che tutti i produttori e gli importatori di imballaggi dovranno procedere alla presentazione della dichiarazione periodica inerente al mese precedente, utilizzando la modulistica idonea, con il dettaglio del numero e della data di protocollo delle bolle doganali, con liquidazione del contributo ambientale prelevato o dovuto per il mese di novembre.

Nella stessa data, le imprese che operano nel settore della spedizione, e le agenzie marittime, dovranno procedere al pagamento dei contributi su novembre del fondo di previdenza per gli impiegati, tenendo presente che il pagamento dovrà essere effettuato in maniera univoca attraverso il canale telematico. Ancora, è necessario che entro tale data si proceda con l’invio delle distinte di contribuzione, sempre attraverso lo stesso canale telematico.

Due nuovi codici tributo per pronostici e scommesse

La risoluzione 125/E che la nostra amministrazione finanziaria ha provveduto a pubblicare nel corso della giornata di ieri si riferisce espressamente alla gestione dei concorsi a pronostici e delle scommesse: sono stati infatti istituiti due appositi codici tributo in tal senso, vale a dire il numero 5271 e il 5272, i quali dovranno essere sfruttati al momento del pagamento delle sanzioni tramite il modello F24 Accise. Volendo essere ancora più precisi, si tratta delle sanzioni amministrative che vengono comminate a coloro che gestiscono questi monopoli e che però non provvedono a presentare la certificazione dell’avvio di attività, oppure lo fanno in ritardo. Le disposizioni specifiche per queste violazioni sono state introdotte dalla recente “Legge di stabilità per il 2011” (la legge 220 del 2010 per la precisione), la quale specifica proprio che le multe in questione vanno da un minimo di 516 a un massimo di duemila euro, il tutto nel nome della regolazione dell’imposta unica che è dovuta ai Monopoli di Stato.

Manovra salva Italia, arriva la tassa sugli aeromobili

Al fine di colpire i patrimoni più corposi, pur in maniera indiretta, la manovra Monti ha previsto l’applicazione di una tassa sugli aeromobili, mediante imposta erariale su tutti i velivoli privati (così individuati sulla base dell’art. 744 del Codice della Navigazione), immatricolati nel RAN (il Registro Aeronautico Nazionale).

L’imposta prevede un’applicazione differenziata sulla base del peso dell’aeromobile, così calcolato: fino a 1.000 kg., euro 1,50 al kg; fino a 2.000 kg., euro 2,45 al kg; fino a 4.000 kg., euro 4,25 al kg; fino a 6.000 kg., euro 5,75 al kg; fino a 8.000 kg., euro 6,65 al kg; fino a 10.000 kg., euro 7,10 al kg; oltre 10.000 kg., euro 7,55 al kg. Un onere che va pertanto a penalizzare i possessori di velivoli maggiormente capienti, riducendo il pregiudizio per quelli che invece posseggono un aeromobile di minor peso e dimensione.

I modelli F23 e F24 compilabili direttamente dal pc

La compilazione a mano dei modelli F23 e F24 può essere senz’altro un’alternativa utile per i contribuenti interessati: è il commercialista che fornisce questi documenti e poi si provvede a elencare tutti i dati utili alle poste oppure in banca. Ovviamente, però, esiste una possibilità più semplice che velocizza i tempi e semplifica l’adempimento, vale a dire la compilazione dei due modelli direttamente dal proprio computer. Come si deve procedere in questo senso? Il problema degli F23 e degli F24 che sono messi a disposizione dalla nostra amministrazione finanziaria sul sito web è rappresentato dal formato: il pdf, infatti, non consente di scrivere direttamente dal pc e la possibilità di errori è sempre dietro l’angolo.

Manovra salva Italia, la tassa sui capitali scudati

La manovra salva Italia ha introdotto un prelievo fiscale extra, una tantum, sui capitali oggetto di scudo fiscale. Si tratta di un prelevamento che verrà effettuato, in altri termini, su quei capitali “scudati”, cioè sugli importi che sono stati fatti tornare all’interno dei confini (e dell’ordinamento) italiani, in occasione delle tre procedure di condono dello scorso decennio, varate in più riprese dal governo Berlusconi e dal ministro Tremonti.

Il prelievo si concretizza in un’aliquota pari all’1,5% sul capitale scudato: una misura che dovrebbe permettere allo Stato di poter rimpinguare le proprie casse, andando a coprire parzialmente il gap che la separa dalla tanto desiderata stabilità dei conti pubblici, e dal raggiungimento del pareggio di bilancio, che si auspica possa essere raggiunto entro la fine dell’esercizio 2013, novità permettendo.

Le novità sulle imposte differite attive

Le imposte anticipate che sono iscritte in bilancio, i cosiddetti “deferred tax assets”, sono riconosciuti dalla nostra disciplina come dei crediti d’imposta veri e propri: ebbene, in base a quanto stabilito dall’ultima manovra finanziaria (per la precisione dall’articolo 9), nel futuro più immediato vi saranno delle modifiche e delle integrazioni importanti, in primis l’ampliamento delle regole in questione anche alle perdite che di solito vengono riportate in bilancio. Le previsioni sono piuttosto chiare: la quota di attività di queste imposte che fa riferimento alle perdite e che dipende da una deduzione dei componenti negativi di reddito si trasforma anch’essa in un credito d’imposta. Questa disciplina nuova di zecca, inoltre, deve essere applicata anche a quei bilanci che prevedono la liquidazione di tipo volontario e a quelli delle società che sono soggette a procedure concorsuali o di gestione della crisi (amministrazione straordinaria e liquidazione coatta amministrativa di istituti di credito e di società).

Manovra salva Italia, cosa cambia con l’introduzione dell’IMU

Tra i principali punti del decreto legge che dovrebbe consentire all’esecutivo di porre in essere i più importanti provvedimenti per stabilizzare nel tempo i conti pubblici, figura anche il ritorno dell’ICI sulla prima casa, sotto forma di anticipo dell’applicazione dell’IMU, che incorporerà (oltre alla vecchia imposta comunale sugli immobili, peraltro modificata sui valori catastali e sulle aliquote) anche una quota Irpef.

L’IMU (imposta municipale unica) dovrebbe comportare un significativo rialzo delle imposte di proprietà o di godimento di diritti reali sugli immobili. Le motivazioni alla base di questa considerazione sono principalmente tre, e andremo ora ad analizzarle più nel dettaglio, pur con brevità.

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L’Imu sarà applicata anche agli immobili rurali

L’Imposta Municipale Unica, la nuova versione dell’Ici prevista dal Decreto Monti, andrà a colpire anche gli immobili di tipo rurale: l’applicazione sarà resa concreta a partire dal prossimo anno, quando, oltre ai fabbricati e alle abitazioni ad uso residenziale, saranno contemplati anche gli immobili che fanno capo al settore primario. Fino a questo momento, infatti, i fabbricati rurali avevano beneficiato della totale assenza di qualsiasi tipo di tassazione, scelta motivata dal fatto che il reddito in questione faceva parte integrante della tariffa di reddito dominicale. L’Imu, invece, entrerà in vigore il 1° gennaio prossimo, quindi tra meno di tre settimane.

Scadenza ICI, l’appuntamento del 16 dicembre

Il 16 dicembre scadono termini molto importanti per i proprietari immobiliari tenuti al pagamento dell’imposta comunale sugli immobili. Secondo quanto stabilito dal d.lgs. 30 dicembre 1992, 504, tale giornata è infatti il termine ultimo per poter procedere al pagamento – senza ritardi – della seconda rata a saldo dell’Ici da parte di tutti i proprietari di unità immobiliari, o titolari di diritti reali di godimento sui medesimi.

Il versamento portà essere effettuato in tre modalità: attraverso bollettino in conto corrente postale, intestato al concessionario incaricato presso le agenzie postali o presso l’agente per la riscossione, o ancora presso le banche convenzionate; attraverso bollettino in conto corrente postale intestato alla tesoreria del Comune, o direttamente presso un conto specifico del Comune di competenza territoriale; attraverso il modello F24.

Categorie ICI

La deduzione Irap per giovani e donne lavoratrici

Il governo Monti lo aveva fatto intendere sin da subito, le donne e i soggetti di più giovane età (nello specifico quelli al di sotto dei trentacinque anni) saranno maggiormente tutelati a livello lavorativo: questa misura può ora essere inquadrata meglio con la norma che prevede un vero e proprio sgravio dal punto di vista fiscale per quel che concerne il periodo d’imposta che è attualmente in corso e che terminerà il 31 dicembre del prossimo anno. Volendo essere ancora più precisi, poi, c’è da sottolineare come tale sconto fiscale andrà a riguardare un imposta ben precisa, l’Irap (Imposta Regionale sulle Attività Produttive). Che cosa è stato deciso quindi? Il tributo beneficerà di una maggiore deduzione quando le aziende e le imprese andranno ad assumere i soggetti in questione con dei contratti a tempo indeterminato.

Scadenze fiscali, il pagamento dei contributi previdenziali per dicembre

Il 16 dicembre è giornata di scadenza per il versamento dei contributi previdenziali INPS, e per la gestione separata dell’Istituto. Partiamo proprio con quest’ultima, ricordando come la giornata del 16 c.m. sia proprio il termine ultimo per poter effettuare un corretto versamento – da parte dei datori di lavoro o dei loro committenti – della contribuzione dovuta alla Gestione separata Inps per quanto concerne i lavoratori autonomi, in relazione ai compensi corrisposti a questi nel corso del mese di novembre.

Rientrano in questo ambito i compensi erogati per rapporti di collaborazione a progetto, le prestazioni degli incaricati alle vendite a domicilio (ammesso che il reddito annuo sia superiore ai 5 mila euro), gli esercenti attività di lavoro autonomo occasionale (anche in questo caso, il reddito annuo deve essere superiore alla soglia già ricordata, pari a 5 mila euro).

Inps: le retribuzioni contrattuali del settore primario

L’Inps ha provveduto a rilevare il quantitativo esatto delle retribuzioni contrattuali relative agli operai del settore primario: il riferimento in questione va quindi a coloro che sono attivi in ambito agricolo, sia con contratti a tempo determinato che quello indeterminato, con una validità dalla data dello scorso 30 ottobre. L’obiettivo di questa procedura è quello di determinare le medie dei salari. In effetti, come accade puntualmente ogni anno, visto che non vi sono stati grandi cambiamenti per quel che concerne la normativa da applicare agli iscritti della gestione coltivatori diretti, coloni e mezzadri, l’ente previdenziale deve ovviamente provvedere a rilevare queste retribuzioni, più precisamente quelle stabilite a livello provinciale. Le indicazioni specifiche sono contenute all’interno di una circolare di nove anni fa.