La Manovra Monti prevede alcune importanti novità per gli studi di settore e gli accertamenti. Nel pacchetto di iniziative finalizzate al contrasto dell’evasione fiscale, infatti, compaiono alcune revisioni sullo strumento dell’accertamento basato sugli studi di settore, con un meccanismo di premio dei contribuenti maggiormente disponibili a collaborare con il Fisco, penalizzando invece coloro che non desiderano adeguarsi ai nuovi parametri.
In particolar modo, le novità più interessanti sembrano essere contenute all’interno dell’art. 10 del d.l. 201/2011, rubricato “Regime premiale per favorire la trasparenza”, e includente alcuni benefici sui contribuenti soggetti agli studi di settore, se congrui e coerenti con i parametri, e se particolarmente ligi nella compilazione dei modelli previsti dall’attuale ordinamento fiscale.
Le novità riguardano essenzialmente l’esenzione dagli accertamenti induttivi (cioè su quelli basati su presunzioni semplici), la decadenza dell’azione di accertamento entro 3 anni e non 4 (dopo l’anno di presentazione della dichiarazione), l’accertamento sintetico previsto solo se il reddito accertabile eccede di un terzo (non più di un quinto) quello dichiarato.
Coloro che invece non risultano particolarmente propensi a collaborare con il Fisco e a rispettare le novità in merito agli indicatori degli studi di settore, si vedrano penalizzati dalla conferma delle misure già previste da una precedente riforma (il d.l. 98/2011) che prevedeva la possibilità di accertamento induttivo per chi si discostava oltre una soglia di tolleranza del 10% dagli studi di settore, sanzioni per l’omessa comunicazione di dati rilevanti per gli studi di settore, maggiorazioni del 50% della sanzione per aggiunta di “infedeltà” nelle dichiarazioni IPREF, IRAP, IVA.
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