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Calcolo IMU in poche mosse

Tra aliquote base e margini di autonomia dei comuni, pagamenti a rate e altre novità dell’ultima ora, il panorama intorno al calcolo IMU è stato reso denso e complesso. Cerchiamo pertanto con un estremo tentativo di sintesi, di cercare di rendere più trasparente il lavoro di tutti coloro che si apprestano a conteggiare quanto dovranno pagare di imposta municipale unica nel corso di questo tesissimo 2012.

Innanzitutto, un po’ di chiarezza sulle aliquote: l’aliquota ordinaria per le prime case è fissata nello 0,40 per cento, quella per le seconde case è fissata nello 0,76 per cento. I Comuni hanno tuttavia la possibilità di incrementare o diminuire (rispettivamente, dello 0,20 per cento e dello 0,30 per cento) le aliquote ordinarie per la prima o per la seconda casa. Ne consegue che, nella peggiore delle ipotesi, il contribuente detentore di una seconda casa andrà a pagare un’aliquota pari a 1,06 punti percentuali.

Ma in che modo si calcola l’IMU? E su cosa si applica questa aliquota ordinaria?

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Pressione fiscale oltre il 60%

Secondo quanto sta emergendo da uno studio condotto dalla Fondazione Commercialisti italiani in merito alla tassazione delle persone fisiche, dipendenti e lavoratori autonomi, la pressione fiscale italiana sarebbe in grado di superare perfino il 60%, nelle ipotesi di lavoratori con reddito pari a 50 mila euro.

Stando alla simulazione effettuata dalla Fondazione, relativa a un lavoratore autonomo senza gestione separata Inps, con reddito lordo civile pari a 50 mila euro, ogni anno si devono sborsare 11.870 euro di Irpef netta, 503 euro di addizionale regionale, 164 euro di addizionale comunale, 14.921 euro di versamenti Inps e alle casse di previdenza, 2.146 euro di Irap. In totale, un reddito netto annuo di 20.396 euro, per una tassazione percentuale pari al 59,21%. Se a questo aggiungiamo l’incidenza delle altre imposte pagate nell’anno al netto del beneficio fiscale, otteniamo una percentuale di tassazione reale del 61,66%.

Inps: una circolare illustra l’evoluzione dell’assetto organizzativo

Una delle ultime circolari rese pubbliche dall’Inps ha riguardato da vicino l’evoluzione che si è verificata nell’assetto organizzativo e funzionale del servizio di informazione e consulenza: si tratta di un assetto nuovo di zecca e quindi tali chiarimenti sono più che mai necessari. In effetti, il 2011 dell’ente previdenziale è stato caratterizzato anche dall’intera ristrutturazione del sistema di “customer care”, con una serie piuttosto importante di razionalizzazioni. Altre circolari hanno descritto quali sono le modalità operative a cui bisogna fare riferimento per quel che concerne il servizio in questione, ma bisogna sempre ricordare che tutte le agenzie, sia quelle interne che quelle territoriali, hanno delle responsabilità ben precise di presidio.

Fine di Equitalia nel 2013

Da tempo si parla di una revisione globale del sistema di riscossione delle imposte e delle tasse e, in particolar modo, del ruolo di Equitalia, da più parti accusata di imporre una modalità di prelievo eccessivamente “brusca”. Ebbene, negli ultimi giorni è stato rilanciato un progetto dell’Associazione nazionale dei comuni, volto a costituire una nuova struttura (sotto forma tecnica di consorzio o agenzia) che gestisca le varie attività di accertamento, liquidazione e riscossione (spontanea e coaettiva) dei tributi locali.

Il tutto, nell’attesa che Equitalia esca dalla scena, con decorrenza 1 gennaio 2013. Peccato che, con l’aggravarsi della crisi e il montare delle polemiche con la società, i termini di decorrenza della nuova agenzia potrebbero addirittura essere più prossimi. Una ipotesi concreta, pertanto, è quella di un’introduzione di un nuovo soggetto che scalzi Equitalia nel rapporto con i contribuenti morosi, applicando nuove regole comportamentali.

Cassazione: i titoli azionari giustificano l’accertamento sintetico

Ben due sentenze di aprile della Corte di Cassazione hanno sancito un importante principio per quel che concerne l’accertamento sintetico del reddito di una impresa: nel dettaglio, i giudici di Piazza Cavour hanno stabilito che il metodo induttivo è quello più azzeccato nel caso in cui vi sia un aumento di patrimonio che non è giustificato, ad esempio quando si provvede ad acquistare delle quote sociali e azionarie. In questo caso, quindi, rimangono valide anche quelle presunzioni semplici che non sono provviste dei tipici requisiti fissati dalla legge, vale a dire la precisione, la concordanza e la gravità. Gli elementi di specie, infatti, sottintendono che vi sia una disponibilità chiara di un reddito. La decisione si è resa necessaria alla luce di un fatto che ha visto coinvolte due contribuenti.

Estensione ravvedimento veloce

Il ravvedimento veloce, transazione di regolamento della propria morosità, volontaria e a forte riduzione delle sanzioni ordinarie, è esteso a tutte le violazioni oltre a quelle relative agli omessi versamenti. La sanatoria effettuabile nei quindici giorni successivi alla originaria scadenza del termine, che permetterà e ha permesso ai “ritardari” di poter regolarizzare tempestivamente il proprio debito con l’Erario, conferma inoltre la riduzione della sanzione di un ulteriore quindicesimo oltre a quanto già previsto.

La nuova normativa prevede infatti che chi non esegue, in tutto o in parte, alle scadenza, i versamenti in acconto, i versamenti periodici e i versamenti di conguaglio o a saldo dell’impsota risultante dalla dichiarazione, sia soggetto a sanzione amministrativa pari al trenta per cento dell’importo non versato.

Credito cooperativo: i requisiti per mantenere gli sgravi fiscali

La realtà del credito cooperativo è ormai nota a tutti in molte delle sue caratteristiche principali. La domanda che sorge spontanea, però, è piuttosto specifica: quali sono i requisiti di cui tali istituti di credito devono essere in possesso per fruire delle facilitazioni fiscali previste per gli enti che non hanno finalità speculative? La risposta è stata prontamente fornita dall’Agenzia delle Entrate, la quale ha pubblicato proprio nella giornata di ieri un apposito documento, la risoluzione 45/E. Quest’ultimo, in particolare, è stato fondamentale per rispondere a ben tre quesiti. L’obiettivo che si intende perseguire è quello di agevolare i soci delle banche in questione. Gli sconti tributari, infatti, vengono mantenuti in vita nel caso in cui la banca di credito cooperativo rispetta i requisiti di mutualità che sono previsti all’interno del codice civile, oltre a quelli di operatività prevalente con i soci (articolo 35 del Decreto legislativo 385 del 1993, il cosiddetto “Testo unico bancario”).

Accordo Italia – Svizzera ancora lontano

Un accordo ItaliaSvizzera sulla trasparenza dei movimenti dei capitali non sembra vicino. Almeno stando a leggere un commento del portavoce del commissario dell’Unione Europea alla tassazione, Algirdas Semeta, di risposta alle dichiarazioni del premier italiano Mario Monti, che negli scorsi giorni aveva mostrato chiari segni di apertura nei confronti della Svizzera, raccogliendo l’interesse di ampie parti politiche.

Nell’occasione Monti aveva affermato come “un accordo sui capitali con la Svizzera, sul modello di quello di altri Paesi europei, deve avere come pre-condizione il rispetto dei trattati su lavoratori transfrontalieri, e doppia imposizione che il Canton Ticino ha sospeso unilateralmente”. Secondo Monti, l’Italia potrebbe decidere di riconsiderare l’intera materia fiscale con la Svizzera solo quando verrà risolta la vicenda dei ristorni.

I chiarimenti sul Durc delle Casse Edili

Il Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva) può essere considerato una vera e propria esclusiva delle casse edili: la precisazione è giunta direttamente dal Ministero del Lavoro, il quale ha voluto dirimere qualche giorno fa i dubbi relativi ai criteri di individuazione delle casse in questione, con l’obiettivo di verificare nel dettaglio la legittimazione a rilasciare tale documento. Questo vuol dire che tale strumento non può beneficiare di una emissione che deriva direttamente da organismi che operano soltanto a livello territoriale, dato che spesso non sono in possesso di alcun tipo di collegamento con la Cnce (Commissione nazionale paritetica per le Casse Edili). Il dicastero del Welfare ha voluto precisare anzitutto alcuni concetti che si riferiscono agli enti bilaterali.

Tassa barche 2012

La recente Circolare Assilea apporta alcune importanti precisazioni in merito all’estensione o alla riduzione del perimetro dei soggetti passivi sul pagamento della tassa sulle imbarcazioni. Con la circolare 15/2012, infatti, l’Associazione italiana leasing ha ricordato come “con riferimento alla soggettività passiva nel caso di locazione finanziaria” non sia previsto alcun vincolo di solidarietà della società di leasing, in analogia a quanto avviene in materia di responsabilità civile ex articolo 2054 c.c.”.

Pertanto, nell’ipotesi di mancato versamento della tassa sulle imbarcazioni, l’Agenzia delle Entrate dovrà procedere al recupero del quantum nei confronti del solo utilizzatore dell’imbarcazione, e non anche sulla società di leasing, che così come le persone fisiche non residenti fiscalmente in Italia, le persone giuridiche non abbiano sede legale in Italia e privi di una organizzazione stabile nello Stato, le persone fisiche e giuridiche che utilizzano le unità da diporto per attività di locazione e noleggio, e le persone fisiche e giuridiche che svolgono insegnamento professionale della navigazione da diporto e il diving, non sarà tenuta al pagamento dell’imposta.

Proroga di due mesi per la scadenza sullo scudo fiscale

Una delle principali scadenze fiscali che era stata fissata dall’Agenzia delle Entrate per il mese di maggio appena cominciato ha beneficiato di una proroga temporale non indifferente: si sta facendo riferimento all’imposta di bollo speciale a cadenza annuale che viene applicata sulle attività finanziarie che sono oggetto di emersione, oltre che di quella imposta straordinaria che vige sui prelievi relativi alle attività finanziarie dello stesso tipo. In sintesi, si potrebbe parlare dei tributi che gravano sui capitali rientrati grazie al cosiddetto “scudo fiscale”. Ebbene, questi adempimenti tributari vedono coinvolti diversi soggetti, vale a dire gli istituti di credito, le società di intermediazione mobiliare (Sim), le società di gestione del risparmio, le società fiduciarie e gli agenti di cambio.

Comuni italiani contro l’IMU

Patrimoniale rigida e ingiusta. Così è stata definita l’imposta municipale unica, che dal 2012 sostituisce l’imposta comunale sugli immobili, da parte del presidente dei sindaci italiani Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia. Un attacco duro e non certamente inatteso, visto e considerato che buona parte dei sindaci non sembra aver gradito l’introduzione di tale imposta da parte dell’esecutivo Monti.

“Se lo Stato ha deciso di fare una patrimoniale lo dica chiaramente: è giusto pensare ad una tassazione del patrimonio, ma il governo non si nasconda dietro la faccia dei comuni” – ha dichiarato Delrio nel corso della recente conferenza stampa convocata per illustrare i contenuti della campagna che l’Anci sta conducendo per diffondere le opportune informazioni sull’imposta municipale unica.

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Gli incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia

Come ha precisato ieri la nostra amministrazione finanziaria attraverso una opportuna pubblicazione, i benefici tributari concessi per il rientro dei lavoratori in Italia rimangono validi anche se non si è provveduto a iscriversi all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero): in pratica, questa mancanza non assume rilevanza per quel che concerne il riconoscimento, ma solamente lo svolgimento di attività di lavoro o di studio all’estero, oltre alla dimostrazione che questa stessa circostanza si è davvero verificata. La circolare 14/E di ieri dell’Agenzia delle Entrate ha consentito quindi di diradare qualche dubbio in merito alle agevolazioni fiscali che sono state introdotte dalla legge 238 del 2010 (“Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia”).

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Proposte Imu una tantum

L’Imu una tantum? A nostro parere, una scelta piuttosto improbabile. Eppure c’è chi, tra le fila dei banchi parlamentari, vorrebbe eliminare l’applicazione dell’imposta municipale unica, per lo meno per le prime case, già a partire dal prossimo anno, rendendo in tal modo la nuova imposta patrimoniale una sorta di “una tantum” in grado di caratterizzare negativamente lo scenario tributario di un 2012 particolarmente arduo e complesso.

“Noi dobbiamo in tutti i modi evitare la depressione che è oltre la recessione e che si sta producendo in Italia. Dobbiamo praticare una rigorosa disciplina di bilancio, ma allo stesso tempo dobbiamo consentire la crescita e la sopravvivenza delle famiglie” – ha dichiarato Maurizio Sacconi, Pdl – “La richiesta del Pdl è che l’Imu consista in un prelievo una tantum, solo per un anno. Questo è quello che pensiamo si debba fare”.