Si parla molto in questi ultimi tempi di gioco d’azzardo e slot machine, dunque non deve stupire più di tanto se questo argomento viene ad essere associato anche all’ambito fiscale: una delle ultime sentenze della Commissione Tributaria Provinciale di Ravenna ha messo in luce una situazione ben precisa che bisognerà prendere a riferimento per casi futuri e simili. Nel dettaglio, tutto è nato a causa della contraffazione di alcune schede delle macchina da parte di un’azienda, una operazione volta a ottenere un aumento consistente dei ricavi, illudendo i giocatori di vincere in maniera più sostanziosa. La società romagnola è stata poi sottoposta a un approfondito controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate e ciò ha consentito di accertare un versamento piuttosto corposo nei confronti dello Stato (ventuno milioni di euro per la precisione), oltre agli interessi e alle relative sanzioni pecuniarie che sono previste in tali ipotesi.
gianni
Bozza srl semplificate
E’ finalmente giunta a conclusione la redazione della bozza di atto costitutivo delle società semplificate a responsabilità limitate, la nuova forma giuridica societaria rivolta agli under 35, che permetterà ai giovani imprenditori di poter avviare una nuova attività commerciale o di servizio al di sotto dell’ombrello protettivo societario, godendo di alcune interessanti e significative agevolazioni che il ministero della Giustizia – di concerto con il ministero dell’Economia – sta finendo di mettere a formale punto.
Ma partiamo con ordine, dal principale aspetto, quello anagrafico. Come noto, tutti i soci della società semplificata a responsabilità limitata non dovranno avere più di 35 anni. Oltre a ciò, è abbastanza chiaro come la bozza escluda rigorosamente la possibilità – anche minoritaria – di ingresso di persone con età anagrafica superiore a tale soglia. Ciò che invece non è chiaro (e probabilmente lo sarà dopo le ultime rivisitazioni) è cosa accadrà al socio che dovesse far venire meno la condizione anagrafica (si ipotizza la cancellazione automatica).
Enti pubblici e pensioni: la scadenza del 16 aprile
Sono rimaste due settimane a disposizione per tutti quei soggetti che sono soliti corrispondere dei redditi da pensione con un importo che non sia superiore al limite dei 18mila euro l’anno: il novero in questione, per il quale è appunto prevista la scadenza fiscale del prossimo 16 aprile, ricomprende gli enti e gli organismi pubblici, ma anche le amministrazioni centrali dello Stato. In pratica, ad essi viene espressamente richiesto di pagare la rata delle imposte che sono dovute in sede di conguaglio alla fine di ogni anno, oltre a una rata che si riferisce al canone della Rai, un versamento quest’ultimo che viene effettuato per conto di quei pensionati che hanno presentato la richiesta in questione entro lo scorso 15 novembre. Come si procede esattamente a questa operazione?
Redditometro per le imprese
Oltre che per i consumatori, il Fisco potrebbe presto introdurre un redditometro specifico per le imprese. Sembra infatti che la bozza della delega fiscale stia per avviare una fase di studio che potrebbe comportare il potenziamento degli accertamenti sintetici, estendendo un meccanismo simile a quello in corso di ultimazione per i consumatori, anche per i lavoratori autonomi e per gli imprenditori.
Tra gli interventi consigliati della delega fiscale vi sarebbero infatti anche alcuni strumenti di rafforzamento dell’attività conoscitiva e dell’azione di controllo sui contribuenti, intendendo – tra questi – anche i c.d. accertamenti sintetici.
La contribuzione per la manodopera delle aziende agricole
Anche le aziende che sono attive nel settore primario avranno la possibilità di beneficiare di una contribuzione ben precisa per quel che concerne la manodopera che è stata occupata nel corso di quest’anno; l’importo preciso è stato fissato in 44,7365 punti percentuali, con un aumento che è stato dovuto a un motivo ben preciso, vale a dire uno dei tanti provvedimenti relativi all’armonizzazione dei regimi previdenziali, grazie all’intervento dell’articolo 3 del decreto 146 del 1997 (“Disposizioni in materia contributiva”). Questo stesso articolo ha introdotto una aliquota che è riservata proprio al fondo pensioni per gli operai del comparto agricolo, con un incremento a cadenza annuale, fino a quanto non è stato raggiunto uno 0,70% complessivo.
Redditi lavoratori maggiori di quelli degli imprenditori
I redditi dei lavoratori dipendenti sono maggiori di quelli degli imprenditori. Un’affermazione che risulta dalle statistiche sull’Irpef rilasciate dal Tesoro in riferimento dell’anno di imposta 2010, e che rischia di essere nuova fonte di polemiche.
“I lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato, pari a 41.320 euro” – dichiara una nota del Dipartimento delle finanza – “mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è pari a 18.170 euro. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 19.810 euro, quello dei pensionati pari a 14.980 euro”. Per quanto concerne un confronto su base annua (in questo caso, con il 2009), l’incremento dei redditi medi d’impresa è stato pari a 3,8 punti percentuali, da lavoro autonomo + 3,6 punti percentuali, da partecipazione + 2,1 punti percentuali, da pensione + 2,6 punti percentuali, mentre quello da lavoro dipendente + 0,1 punti percentuali.
Osra e il suo software TuttoBilancio Ias/Ifrs
Osra, software house che da anni si occupa della fornitura dei migliori servizi al mercato professionale, si è caratterizzata in questi ultimi giorni per un nuovo prodotto molto utile a chiunque deve avere a che fare con i principi contabili: si tratta di “TuttoBilancio Ias/Ifrs”, un software che si propone come la scelta più azzeccata per redigere il bilancio societario secondo i tradizionali principi contabili validi a livello internazionale. Come funziona questo strumento nello specifico? Anzitutto, i dati e le informazioni possono essere importati da ogni tipo di contabilità avvalendosi di Excel.
Fisco salato per le imprese che eludono
Secondo quanto affermato da Milano Finanza in un recentissimo approfondimento, l’Agenzia delle Entrate avrebbe recuperato almeno 1,7 miliardi di euro di tasse eluse durante il 2011, alle sole “grandi imprese”, considerando tali quelle attività imprenditoriali con un fatturato superiore ai 100 milioni di euro. Un risultato sicuramente soddisfacente, che conferma la durezza della lotta all’evasione da parte degli agenti del Fisco, tuttora impegnati in una serie di iniziative ricorrenti e straordinarie, finalizzate ad arginare questo dannoso fenomeno per l’economia italiana.
A commentare i dati è stato il direttore accertamento dell’Agenzia delle Entrate, Luigi Magistro, che ha dichiarato come una buona parte di questa somma sia arrivata dal settore finanziario per le contestazioni relative all’abuso del diritto. Una fattispecie che – ha aggiunto Magistro – dovrebbe divenire sempre meno presente all’interno dei controlli del Fisco grazie all’istituto del tutoraggio, che permetterà alle imprese di evitare “malintesi” con le Agenzie delle Entrate, grazie alla figura di un consulente dedicato.
Locazione: ultimi due giorni per pagare l’imposta di registro
Non sono rimasti che due giorni per far fronte a una delle scadenze fiscali più importanti a livello immobiliare: in effetti, tutti quei soggetti che sono titolari di un contratto di locazione e affitto hanno l’obbligo di pagare l’imposta di registro che si riferisce ai contratti nuovi o che sono stati rinnovati in maniera tacita a partire dallo scorso 1° marzo. Il termine ultimo, come è facilmente intuibile, è rappresentato dal prossimo 2 aprile. Come si effettua nello specifico questo versamento tributario? I contribuenti coinvolti devono utilizzare il modello F23 presso gli istituti di credito, le agenzie postali o i concessionari che sono abilitati in questo senso. Nell’ipotesi in cui, invece, si è verificata una registrazione del contratto stesso attraverso la modalità telematica, allora il pagamento in questione può essere considerato contestuale al momento in cui è stato registrato.
Pressione fiscale secondo Confcommercio
Uno studio condotto da Confcommercio rivela che il nostro Paese è all’apice europea per quanto concerne la pressione fiscale. Una pressione che – al netto degli evasori – pesa sulle spalle dei contribuenti onesti per oltre il 55% del Prodotto Interno Lordo: una proporzione che non ha uguali nel resto del vecchio Continente, e che risulta essere ben al di là di quanto in applicazione in Belgio e Svezia.
Stando all’analisi di Confcommercio, inoltre, la pressione fiscale italiana sarebbe in continuo aumento, e destinata a crescere ulteriormente entro la fine del 2012, man mano che i provvedimenti deliberati e in corso di introduzione da parte dell’esecutivo Monti troveranno applicazione, come ad esempio l’incremento al 23% dell’aliquota ordinaria dell’imposta sul valore aggiunto, peraltro già ritoccata dall’ex Ministro Tremonti dal 20% al 21% attuale.
Prime istruzioni dell’Inps sulla soppressione di Inpdap e Enpals
L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha introdotto le prime istruzioni per rilevare la domanda di servizio di fabbisogno per quel che concerne le risorse strumentali di Inpdap e Enpals, i due enti soppressi da tempo e confluiti proprio nell’Inps: il budget e l’intera programmazione di questo 2012 sono stati stabiliti lo scorso mese di novembre, anche se poi un mese dopo è intervenuta la già ricordata soppressione, resa effettiva e valida a partire dal 1° gennaio scorso. Tutte le funzioni dell’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti della Pubblica Amministrazione e dell’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Lavoratori dello Spettacolo sono state assunte dall’Inps, il quale è stato chiamato a pianificare tutte le attività delle direzioni centrali e di quelle periferiche.
Stangata fisco da 1.133 euro a famiglia
Secondo quanto affermato da Adusbef e Federconsumatori, le nuove imposte (o la rivisitazione di quelle vecchie) peseranno sul bilancio familiare per 1.133 euro in un anno. Un calcolo che le associazioni dei consumatori non escludono che – nel suo controvalore monetario – possa addirittura essere portato al rialzo, e che tiene in considerazione gli effetti diretti e indiretti dei rincari conseguenti alle nuove aliquote IVA, all’imposizione IMU, alle addizionali Irpef, e a tutto quanto sta gravando sulle spalle, già di per sé deteriorate, dei contribuenti italiani.
Per rendersi conto di quanto sia peggiorato il potere d’acquisto delle famiglie italiane basta d’altronde darsi un’occhiata intorno. Il pieno alla stazione di rifornimento fa registrare costi record. La spesa al supermercato (complice i rincari IVA e quelli dei costi di trasporto) diventa sempre più onerosa. Districarsi tra scadenze fiscali vecchie e nuove, rischia di complicare in maniera determinante la vita tributaria di consumatori e piccole e medie imprese.
Il ripristino della tassa sulle disgrazie
Il nome con cui è meglio nota è bizzarro, ma rende bene l’idea: si tratta della tassa sulle disgrazie, il balzello che potrebbe a breve tornare di attualità e rendere sempre meno convenienti le tariffe dei carburanti italiani. Questa imposta deve il suo nome al fatto che essa viene applicata nel caso di dichiarazioni di stati di emergenza, come ad esempio in caso di alluvioni o terremoti. La disgrazia vera e propria, però, sarà stavolta quella delle tasche dei contribuenti. In effetti, il denaro che viene raccolto in questa maniera va a confluire in un apposito fondo destinato alla Protezione Civile e si accumula grazie a opportuni ritocchi alle accise della benzina. Tra l’altro, bisogna sottolineare come queste ultime siano già la parte preponderante dei prezzi dei carburanti (circa il 60%), tanto che ormai si sfiorano i due euro al litro nel caso della benzina verde e un euro per il Gpl.
Partite IVA, tutte le ultime novità
Tempi duri per i “furbi” che cercano di aggirare le normative sulle relazioni di lavoro subordinato attraverso le c.d. partite IVA fittizie. Stando a quanto si legge a mezzo stampa nelle ultime ore, il ministro Fornero ha proposto una presunzione salvo prova contraria del carattere coordinato e continuativo (e, pertanto, non autonomo e occasionale) tutte le volte che la collaborazione duri più di sei mesi in un anno, da cui il collaboratore ottenga più del 75% di tutti i ricavi complessivamente percepiti per il proprio lavoro, e comporti la fruizione di una postazione di lavoro presso il commitente.
In altri termini, attraverso tale presunzione (che ad ogni modo non riguarda i liberi professionisti) cerca di evitare la formazione di quelle relazioni di lavoro sostanzialmente subordinate, ma formalmente rappresentate da una collaborazione autonoma, imposta dal datore di lavoro / committente al fine di aggirare la normativa sul lavoro dipendente, certamente più onerosa.