Scadenza vidimazione dei libri sociali società di capitale

Tra le numerose differenze che distinguono le società di capitale da quelle di persone, sul versante degli adempimenti, trova risalto l’imposta annuale di vidimazione dei libri sociali in scadenza il prossimo 18/03, posticipo del 16/03 in quanto giorno festivo.

La tassa, dovuta in misura forfettaria per la numerazione e la bollatura dei libri e dei registri sociali, a prescindere dal numero e dalle pagine effettivamente utilizzati nel corso dell’anno, grava su società per azioni, società in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata, aziende speciali e consorzi tra enti territoriali, comprese le imprese in liquidazione ordinaria o in procedura concorsuale.

Operazioni escluse Iva di cassa

Come abbiamo avuto modo di vedere ieri, nel regime di cassa la contabilizzazione dell’Iva è differita al momento dell’incasso dai clienti e del pagamento ai fornitori. In ogni caso, l’imposta è liquidabile alla scadenza di un anno dall’effettuazione dell’operazione, salvo assoggettamento del cliente alle procedure concorsuali. Il regime – adottabile dal 1 dicembre 2012 per i contribuenti con un giro d’affari inferiore a 2 milioni di euro – prevede tuttavia qualche eccezione in materia di operazioni non interessate dalla novità.

Categorie Iva

IVA autoveicoli disabili

Secondo quanto previsto dalla risoluzione n. 66 del 20 giugno 2012 dell’Agenzia delle Entrate, che chiarisce le modalità procedurali da osservare le condizioni del beneficio fiscale dell’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto per gli autoveicoli dei disabili, l’Iva è applicata al 4% sui canoni di locazione finanziaria degli autoveicoli destinati agli stessi, con agevolazione prevista anche per l’acquisto e per il leasing traslativo.

Categorie Iva

Imposta sulle attività finanziarie estere 2012

L’imposta sulle attività finanziarie estere è un prelievo che colpisce tutte le persone fisiche fiscalmente residenti nel territorio dello Stato, che detengono attività finanziarie all’estero (anche se scudate ma non rimpatriate): al fine di comprendere quali siano da considerare tali, si può far riferimento al concetto di residenza fiscale di cui alle norme del Tuir. Cerchiamo di comprendere quali siano i principali aspetti disciplinari della normativa.

Acconto Imu, ecco le modalità di calcolo

Sulla base di quanto previsto dal decreto sulle semplificazioni fiscali, i contribuenti che dovranno calcolare l’acconto sull’imposta municipale unica potranno farlo in riferimento alle aliquote di base e con le detrazioni previste. In sede di pagamento del saldo dovranno invece operare il conguaglio sulla base di quanto dovuto per l’intera anno in riferimento alle nuove aliquote deliberate ai Comuni, in alternativa al versamento dell’imposta in un’unica soluzione.

Con decorrenza 2013, invece, per poter determinare l’acconto Imu si farà riferimento alle aliquote e alle detrazioni relative all’anno precedente. Il merito di tale semplificazione è riconducibile al contenuto del decreto legge, che proroga al 30 giugno 2012 il termine per poter approvare il bilancio dei Comuni, all’interno dei quali troverà spazio anche l’eventuale modifica alle aliquote Imu per la prima o per la seconda casa.

La targa dello Studio paga l’imposta di pubblicità

La targa affissa fuori dallo studio di un avvocato, di un dentista, di un commercialista, obbliga il titolare a pagare l’imposta di pubblicità?

La questione è discussa da molto tempo, ma in mancanza di una legge chiara, le sentenze della magistratura e le circolari dell’Agenzia delle Entrate si incrociano e si scontrano.

La Corte di Cassazione (sentenza n. 22572/2008) ha aggiunto un nuovo tassello alla tormentata questione, stabilendo che la targa dello studio è soggetta all’imposta quando la sua superficie supera i 300 centimetri quadrati (all’incirca, le dimensioni di un foglio A4); la Suprema Corte ha quindi dato torto ad un avvocato che riteneva di poter fruire a propria volta dell’esenzione che una circolare dell’Agenzia delle Entrate nel 2002 aveva riconosciuto come soglia per l’esenzione i 500 centimetri quadrati.

Ma la Cassazione ha ritenuto che quella più ampia fascia di esenzione valesse solo per le associazioni non riconosciute e altri enti no-profit.