L’ultima settimana di settembre è appena iniziata e quindi non si può non fare riferimento alla scadenza che è fissata esattamente tra quattro giorni, vale a dire a fine mese: il 30 settembre 2011, infatti, rappresenta il termine ultimo per provvedere al versamento della rata trimestrale relativa a delle particolari accise. Si parla spesso delle accise sui carburanti e sul gas naturale, ma ci si dimentica che ne esistono anche molte altre, tra cui quella che ci interessa per questo appuntamento fiscale. Si tratta dell’accisa sui consumi di carbone, di lignite e di carbone fossile, visto che è necessario comunicare alla nostra amministrazione finanziaria quali sono le quantità esatta per quel che concerne i prodotti forniti nel corso del 2010. Il riferimento normativo è costituito da un Decreto legislativo, più precisamente il 504 del 1995 (Il Testo Unico delle imposte sulla produzione e sui consumi), il cui articolo 21(“prodotti sottoposti ad accisa”) fa proprio allusione a questo adempimento.
gianni
Studi di settore, quali le sanzioni per l’omessa presentazione

Parliamo oggi di studi di settore e, in particolar modo, di quali sono le sanzioni per l’omessa presentazione di tale documento, anche alla luce della recente manovra.
In particolare, le sanzioni sono di due tipologie. Se si è omessa la presentazione prevista dal d.lgs. 471/1997, art. 8, co. 1, la sanzione è stabilita in misura fissa e, pertanto, non risulta esser elegata ad alcun parametro variabile. L’applicazione della sanzione avverrà per una misura massima pari a 2.065,83 euro in caso di omessa presentazione del modello degli Studi da integrare al Modello Unico, o attraverso una dichiarazione integrativa (anche a seguito di un invito formale da parte dell’Agenzia delle Entrate).
Coloni e mezzadri: la domanda per gli assegni dell’Inps
Sono passati nove giorni da quando l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) ha pubblicato una circolare relativa alle domande per degli specifici assegni familiari: nel dettaglio, si è trattato degli adempimenti relativi al settore primario, più precisamente a quei soggetti come i coloni, i mezzadri e i coltivatori diretti, i quali potranno ottenere tale beneficio mediante un’apposita procedura telematica. Vi sono dei canali che possono essere scelti in tal senso, quindi non rimane che optare per le tre alternative, vale a dire internet, con i servizi messi a disposizione dal sito web dell’Inps stesso, ma non bisogna dimenticare nemmeno i patronati e il contact-center a cui si può accedere tramite un numero verde. Occorre comunque ricordare che per la nuova procedura in questione è stata garantita un’apposita transizione fino al prossimo 30 novembre, in modo da consentire a tutti di adeguarsi, con la possibilità di sfruttare ancora per qualche giorno la soluzione dei canali tradizionali.
Sanatoria Partiva Iva inattiva: ecco come fare

Visto e considerato che, in merito al nostro ultimo post in tema, ci sono giunte diverse richieste di approfondimento, cerchiamo di riassumere brevemente in che modo l’amministrazione finanziaria incoraggia i soggetti passivi a comunicare all’Agenzia delle Entrate la cessazione della propria attività ai fini della chiusura del proprio numero di identificazione agli effetti del tributo.
Ma come provvedere se non si è già effettuata la comunicazione? Inserendoci nel più ampio tema del ravvedimento operoso, ricordiamo che chi non si è già visto contestare la chiusura della partita iva inattiva da parte dell’Agenzia delle Entrate, può procedere in termini di un ravvedimento, risparmiandosi così le sanzioni che verrebbero comminate altrimenti.
L’Inail riprende a riscuotere dai terremotati d’Abruzzo
A quasi due anni e mezzo dal terribile sisma che ha devastato L’Aquila e l’Abruzzo, l’Inail torna a battere cassa: la riscossione delle rate relative all’ente previdenziale e che prevedono una scadenza tra i mesi di gennaio e ottobre di quest’anno non potrà più beneficiare della sospensione che era stata decisa per venire incontro ai cittadini in difficoltà. A questo punto, ai contribuenti coinvolti non rimane che provvedere all’adempimento, facendo estrema attenzione a non andare oltre la scadenza che è stata fissata in questo caso, vale a dire il prossimo 16 dicembre. Tutto ciò rientra nel Dpcm che è stato pubblicato lo scorso 4 agosto dal Consiglio dei Ministri, il quale ha appunto stabilito le rate da saldare e il tempo entro cui farlo.
Libretti al portatore e depositi cauzionali: cosa cambia

In tema di depositi cauzionali (per affitti, e non solo), i libretti al portatore sono da sempre stati considerati come un tradizionale strumento utile per “ospitare” importi da accantonare per un periodo di tempo indeterminato. Tuttavia, in conseguenza delle nuove regole antiriciclaggio che sono state introdotte con la recente manovra correttiva di agosto, il deposito cauzionale all’interno dei libretti al portatore potrebbe avere una vita molto breve.
La legge 841/73, all’articolo 4 – ora abrogato – aveva infatti imposto in due mensilità il deposito cauzionale per gli affitti, e la necessità che lo stesso venisse indirizzato all’interno di un conto corrente vincolato. Successivamente, vennero elevate a tre le mensilità di deposito cauzionale, svincolando tuttavia la destinazione. Dalla legge 392/78, articolo 11, è inoltre previsto che il locatore possa acquisire la somma a titolo di deposito, utilizzandola a piacimento, salvo poi avere l’obbligo di restituire la stessa alla fine della locazione, con corresponsione annua degli interessi.
Pagamenti in ritardo, i codici tributo per l’F23
Il Dipartimento delle Finanze, più precisamente la direzione relativa alla Giustizia Tributaria, ha chiarito molti degli aspetti legati alle sanzioni per le omissioni o i pagamenti parziali del cosiddetto contributo unificato: come spiega chiaramente la circolare 1/DF, infatti, sono le commissioni tributarie provinciali e regionali che hanno il compito di provvedere alla riscossione, operazione che avviene una volta ricevuto il ricorso. La notifica in questione, la quale viene rivolta ovviamente al soggetto debitore, deve avvenire entro e non oltre trenta giorni dal ricorso stesso; tra l’altro, le segreterie hanno il compito di avvertire circa i rischi di un possibile inadempimento, il quale comporta una apposita sanzione pecuniaria, una iscrizione al ruolo del contributo e un addebito degli interessi con tanto di saggio legale. Cosa deve fare allora il debitore per non incorrere in tutto questo?
Manovre fiscali, possibili nuove iniziative sulla casa

Tra i principali osservatori di mercato c’è chi si dice convinto che la prossima manovra finanziaria riguarderà la casa, e impatterà in misura piuttosto incisiva sugli aspetti fiscali. Non stiamo parlando di semplici integrazioni reddituali a quanto previsto dall’anticipo – che sembra sempre più probabile – dell’Imu al 2012, quanto a vere e proprie piccole rivoluzioni sul sistema fiscale che va a colpire il patrimonio immobiliare, a cominciare dalla potenziale rivalutazione delle rendite catastali.
Pare sempre più necessaria, infatti, una manovra aggiuntiva che possa proseguire nella strada già tracciata da quella di agosto, e che possa predisporre le basi per un futuro riallineamento dei conti pubblici italiani, conferendo pertanto ai mercati finanziari maggiore sicurezza sullo stato di salute dell’economia statale della Penisola.
Partite Iva inutilizzate: il modello “F24 Elementi Identificativi”
Che cosa accade quando la partita Iva non può essere più utilizzata? I contribuenti che si trovano a dover affrontare questa specifica situazione devono far riferimento alle recenti disposizioni dell’Agenzia delle Entrate: in particolare, è stata fissata una scadenza temporale ben precisa, vale a dire il prossimo 4 ottobre, data entro la quale è necessario pagare la sanzione minima prevista in questo caso (129 euro per la precisione), avvalendosi del modello F24 Elementi Identificativi. La compilazione in questione deve ovviamente riguardare tutti i campi e le sezioni di tale documento fiscale, in modo da evitare la presentazione di una copia alla stessa amministrazione finanziaria. Una volta terminata l’operazione, i dati relativi ai contribuenti a cui stiamo facendo riferimento verranno riversati nel sistema elettronico dell’Anagrafe Tributaria, la quale verrà dunque a conoscenza della situazione effettiva di queste partite Iva.
Iva agevolata, confermato il 4% per i dispositivi medici ai diabetici

La risoluzione 90/E dell’Agenzia delle Entrate conferma la liceità dell’applicazione dell’Iva agevolata al 4% nelle forniture delle farmacie ai diabetici che siano regolarmente iscritti al Registro regionale. Una possibilità che pertanto conferma il corretto comportamento di quelle farmacie convenzionate che verso le aziende sanitarie locali emettano delle fatture in cui è presente l’imposizione dell’imposta sul valore aggiunto agevolata al 4%.
Le fatture dovranno contenere come oggetto della prestazione i dispositivi medici forniti gratuitamente ai clienti che siano affetti da diabete con menomazione funzionale permanente, a patto che sia attestata regolarmente presso il Registro Nazionale dei diabetici, e siano regolarmente muniti di una apposita prescrizione da parte dei medici di base.
Snc e Sas: i chiarimenti sugli esercizi “a cavallo”
Gli esercizi di bilancio cosiddetti “a cavallo”, vale a dire quelli in cui i risultati di un periodo d’imposta vengono attratti in quello di chiusura, rappresentano una situazione contabile più diffusa di quanto si creda: in particolare, questo può accadere alle società di persone, in primis quelle in nome collettivo e quelle in accomandita semplice, così come ha precisato la nostra amministrazione finanziaria con una opportuna circolare pubblicata nel corso della giornata di ieri, la 92/E. Nello specifico, erano sorti molti dubbi a tal proposito,visto che le normative di base non sembravano disciplinare in maniera chiara la possibilità di questa coincidenza tra esercizio e periodo d’imposta, anche perché ogni decisione viene liberamente adottata dallo statuto delle stesse società. La circostanza in questione, però, stride con quanto contenuto nell’articolo 7 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (il celebre Dpr 917 del 1986).
Contributi integrativi, si avvicina la scadenza per i consulenti del lavoro
Il 30 settembre è il termine ultimo per poter versare i contributi integrativi degli iscritti alla Cassa di previdenza dei consulenti di lavoro. I consulenti dovranno pertanto pagare i relativi contributi, maturati in relazione al volume d’affari Iva che è stato prodotto nel corso del passato esercizio.
Il calcolo di quanto versare, come tradizionalmente accade in questi casi, è effettuato direttamente dall’Enpacl (l’ente di previdenza e assistenza dei consulenti di lavoro), che procederà al conteggio sulla base delle comunicazioni annuali che gli iscritti avrebbero dovuto inviare entro il 30 giugno 2011 se effettuata con modalità telematica, o entro il 31 maggio 2011, se invece la dichiarazione era stata presentata in modalità cartacea.
Riscatto della laurea: gli ultimi chiarimenti dell’Inps
Di riscatto della laurea si è parlato tanto, e non senza polemiche, in occasione dell’approntamento della manovra economica recentemente diventata legge: l’esclusione dal conteggio dei contributi previdenziali aveva fatto infuriare non pochi contribuenti, ora però l’Inps è tornata sull’argomento per chiarire le modalità di presentazione delle relative domande. Il messaggio 17862 dell’ente previdenziale è stato molto chiaro in tal senso, precisando tutte le procedure da seguire quando si deve sfruttare il canale telematico. Quest’ultimo, come precisato in altre occasioni, rappresenta l’unica soluzione a disposizione dei soggetti interessati per questo adempimento, in particolare per quel che concerne le domande di riscatto da presentare a partire da una data ben precisa, lo scorso 1° settembre.
Fabbricati rurali, ecco come effettuare la variazione catastale prima della scadenza del 30

Entro il 30 settembre – a meno che non venga prevista una proroga – tutti i proprietari di fabbricati rurali, o coloro che possono vantare sugli stessi dei diritti reali, potranno presentare la domanda di variazione catastale, affinchè possa essere riconosciuta la caratteristica di “ruralità” prevista dal d. lgs. 557/93, all’articolo 9.
La variazione riguarda i fabbricati rurali che sono stati iscritti nel catasto dei fabbricati nelle categorie diverse da quelle previste dal decreto Sviluppo, e pertanto la A/6 per i fabbricati a destinazione abitativa e la D/10 per i fabbricati strumentali all’esercizio di attività agricole, come definite dalla normativa civilistica.