I buoni lavoro dell’Inps meritano un approfondimento per capire meglio come funzionano e quali sono le loro utilità. Anzitutto, essi possono essere definiti come una sorta di pagamento speciale, il quale può essere realizzato attraverso una opportuna retribuzione delle prestazioni occasionali: c’è però da precisare che il versamento in questione può anche avvenire in un’altra maniera, ovvero attraverso l’apposito meccanismo che prevede dei buoni che hanno un valore nominale non inferiore ai dieci euro. Ovviamente, come si sarà già capito, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale è l’ente che è incaricato di emettere questi buoni, mettendo a disposizione anche un buono multiplo di valore pari a cinquanta euro, ogni volta che se ne presentano cinque che non sono separabili tra di loro.
gianni
Caratteristiche dell’Iri
Tra le tante novità del disegno di delega sulla revisione del sistema fiscale, le imprese e i professionisti faranno bene a tenere a mente la comparsa dell’Iri, la nuova imposta sul reddito imprenditoriale, applicata a qualsiasi forma prescelta per l’esercizio dell’attività, con aliquote tendenzialmente più basse di quanto attualmente previsto per l’Ires, l’imposta sul reddito delle società.
A leggere tra le righe del provvedimento dell’esecutivo, è facile comprendere quale sia stata l’idea di base che ha portato alla nascita dell’Iri. Per il governo, il riordino del sistema di tassazione dei redditi di impresa e da lavoro autonomo non può che passare attraverso la scissione in due componenti dell’attuale unico reddito, assoggettandolo invece a due differenti regimi fiscali. Da una parte, pertanto, il reddito proprio dell’attività imprenditoriale o professionale, da tassare come avviene oggi con l’Ires, ma con la nuova imposta sul reddito imprenditoriale. Dall’altra, il reddito che invece l’imprenditore o il lavoro autonomo ritrae dall’attività, che verrà tassato in capo a quest’ultimo come reddito soggetto a Irpef.
Ultime tre settimane per la scadenza dei contribuenti Iva
La data del prossimo 16 maggio può sembrare lontana, ma va monitorata in maniera costante da tutti i contribuenti Iva che ha optato per un pagamento ben preciso dell’Imposta sul Valore Aggiunto: si tratta, infatti, della scadenza che la nostra amministrazione finanziaria ha predisposto per il versamento nella forma rateale del tributo nel 2011, visto che il consueto appuntamento di maggio si riferisce alla terza rata che risulta dalla dichiarazione annuale. In questo caso, poi, occorre ricordare che esiste anche una maggiorazione su base mensile di 0,33 punti percentuali, senza alcuna distinzione per quel che concerne il giorno in cui è stato effettuato il versamento. L’intera operazione viene posta in essere mediante il modello F24 in formato elettronico, ma soprattutto avvalendosi di una serie di codici tributo che sono noti da diverso tempo.
Quanto costa il pareggio di bilancio
Secondo quanto affermato da un recentissimo studio della Cgia di Mestre, nel triennio 2012 / 2014 il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio costerà ai cittadini italiani più di 87 miliardi di euro di tasse in più rispetto a quanto corrisposto al Fisco nel triennio precedente. Se inoltre alle misure introdotte dal Governo Monti si sommano quelle introdotte l’estate scorsa dal precedente esecutivo Berlusconi, nel triennio 2012 / 2014 il peso fiscale medio per ogni famiglia sarà pari a 8.200 euro circa.
In particolare, sostiene la Cgia di Mestre nell’analisi sul Salva Italia e sul disegno di legge sul mercato del lavoro, e sugli effetti conseguenti, “se nel prossimo mese di ottobre l’esecutivo aumenterà l’Iva, nel 2012 i contribuenti italiani pagheranno 19,9 miliardi di tasse in più rispetto al 2011. Nel 2013, invece, si ritroveranno con un maggiore aggravio fiscale, rispetto a due anni prima, pari a 32,5 miliardi di euro. Tra due anni, infine, il peso delle nuove imposte, rispetto a tre anni prima, sarà di 34,8 miliardi”.
Tassa sulle imbarcazioni: il modello F24 Elementi Identificativi
Entro il prossimo 31 maggio sarà necessario provvedere al versamento della tassa annuale sulle imbarcazioni: per essere in regola in tal senso è necessario utilizzare il modello “F24 Elementi Identificativi”, come è stato stabilito in maniera opportuna da un apposito provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, documento che reca la data di ieri. Il modello in questione beneficia inoltre delle modifiche e delle introduzioni sia del Decreto Salva Italia che del Decreto legge sulle semplificazioni fiscali, tanto che si può fare riferimento per ogni operazione alla risoluzione 39/E della stessa amministrazione finanziaria, visto che è quella che ha introdotto i codici tributo necessari. L’imposta in questione prevede che vengano tassate tutte le imbarcazioni da diporto che vantano una lunghezza superiore ai dieci metri, una misura che si riferisce allo scafo, il quale determina poi l’importo complessivo.
Nuovo modello F24 semplificato
Stando a quanto emerge a mezzo stampa nelle ultime ore – con parvenza di esser ben più di una semplice indiscrezione – già nei prossimi giorni l’Agenzia delle Entrate dovrebbe partorire un nuovo modello F24 semplificato, per consentire un più celere e intuitivo versamento dell’imposta municipale unica.
Un modello che andrebbe pertanto ad aggiungersi – e non sostituire – il modello F24 già licenziato dalle Entrate (che ha in sintesi sostituito la dicitura ICI con la nuova IMU) e che dovrebbe essere formalizzato sulla base di quanto anticipato all’interno del recente convegno “Dall’Ici all’Imu: superare le criticità nell’assistenza fiscale e cogliere le opportunità di semplificazione per il contribuente”, organizzato dalla Consulenta nazionale dei Caf.
Tutte le scadenze dello spesometro
L’appuntamento con il tanto discusso spesometro è sempre più vicino: aziende, professionisti e lavoratori autonomi dovranno essere pronti alla data del prossimo 30 aprile, quando saranno chiamati a comunicare alla nostra amministrazione finanziaria tutti gli acquisti, le cessioni e i servizi di importo superiore a tremila euro (l’Imposta sul Valore Aggiunto non deve essere inclusa), con tanto di fattura fiscale obbligatoria. Ovviamente, non bisogna dimenticare che il periodo a cui fanno riferimento tutte queste operazioni è rappresentato dallo scorso anno. Nel caso in cui, al contrario, la fattura non sia obbligatoria, allora è necessario rispettare un altro limite quantitativo, vale a dire 3.600 euro al lordo dell’Iva. C’è un altro termine temporale, poi, per quel che concerne lo stesso spesometro.
Nuove regole compensazioni libere IVA
I commi 18 e 19 dell’art. 8 del d.l. 16/2012 apportano alcune importanti modifiche alle disposizioni precedentemente introdotte con l’art. 10 del d.l. 78/2009, che riguradava i vincoli per il controllo preventivo delle compensazioni dei crediti IVA. In particolare, i commi riducono da quota 10 mila euro a quota 5 mila euro per anno solare, l’importo oltre il quale la compensazione del credito è effettuabile solamente dal giorno 16 del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione, o di istanza dalla quale emerge lo stesso credito, con trasmissione del modello F24 online.
A rimanere indenne dalla nuova disciplina sono invece i limiti di 15 mila euro oltre i quali la compensazione è necessariamente subordinata all’apposizione, sulla dichiarazione annuale, del visto di conformità, oppure della sottoscrizione anche da parte dei componenti dell’organo di controllo contabile.
Due terzi delle imprese italiane in ritardo con l’F24
Le aziende italiane non sembrano avere un buon rapporto con i pagamenti fiscali che devono essere effettuati con il modello F24: secondo quanto accertato dall’ultima indagine di Unimpresa, infatti, ben due terzi di esse risulta essere in costante ritardo da questo punto di vista, come è emerso in maniera chiara e inequivocabile dai dati raccolti in occasione dell’ultima scadenza fiscale prevista per tali versamenti. L’associazione ha messo in luce come il 76,5% delle piccole e medie imprese, ma anche quelle “micro”, si è reso protagonista di un mancato rispetto dei termini di legge per quel che concerne il pagamento delle tasse e dei contributi previdenziali. Il trend era stato notato da qualche tempo a questa parte, anzi sta addirittura peggiorando e non si può certo dire che si tratti di una stima incoraggiante.
Rischi commercialista nell’evasione IVA
Il commercialista che supporta il proprio cliente nel tentativo di evadere l’imposta sul valore aggiunto, può essere condannato come concorrente, e può pertanto subire il sequestro dei propri beni. A dirlo è una recente sentenza della Corte di cassazione, che con la pronuncia n. 13982 del 12 aprile 2012, ha confermato il sequestro per equivalente a carico di un commercialista che avevan annotato nella contabilità di un proprio cliente fatture relative a operazioni inesistenti, partecipando a una più vastsa operazione di frode fiscale.
Il commercialista si era difeso sostenendo che le somme bloccate dalle autorità nell’operazione di sequestro non erano pertinenti al reato commesso dal cliente, per il quale era stato indagato come concorrente. Una tesi difensiva, quella del commercialista, che non ha tuttavia convinto i giudici della Suprema Corte, che hanno di fatti dato il via a una pronuncia che sta già facendo discutere.
Comunicazioni all’Anagrafe Tributaria: la scadenza del 30 aprile
La fine di questo mese di aprile andrà a coincidere perfettamente con la scadenza relativa a un adempimento fiscale: c’è infatti tempo fino al prossimo 30 aprile per inviare attraverso la modalità elettronica le comunicazioni da parte di alcuni soggetti ben precisi, sfruttando i due servizi che sono stati predisposti da tempo dalla nostra amministrazione finanziaria, vale a dire Fisconline ed Entratel, molto utili anche in altri casi. Ma a chi si riferisce questo termine temporale ormai così vicino? Le ipotesi previste sono davvero moltissime, ma se ne può fare una selezione per capire meglio l’adempimento. Il primo esempio è quello delle imprese che sono solite versare gli interessi o attribuire il pagamento degli stessi alle persone fisiche che risiedono in uno Stato membro (si tratta di informazioni molto preziose per quel concerne proprio gli interessi pagati).
Tassa di soggiorno 2012
A quanto ammonta la tassa di soggiorno 2012 imposta dai principali Comuni italiani per le visite turistiche? A dircelo è una recentissima analisi condotta dalla Uil in occasione delle recenti vacanze di Pasqua, con rilevazione per tipologia di struttura ricettive nelle più importanti località di mare e d’arte.
Procediamo con ordine dalle seconde: tra le principali città culturali italiane, Roma ha scelto di applicare una tassa soggiorno (intendendo per tale il costo dell’imposta di soggiorno per una notte, a persona) pari a 2 euro per alberghi a 2 e 3 stelle, e a 3 euro per alberghi a 5 stelle. Il costo è di 2 euro per agriturismi e bed & breakfast, e di un solo euro per i campeggi. Similare il comportamento di Firenze, con un costo pari a 2 euro per alberghi a 2 stelle, 3 euro per alberghi a 3 stelle e 5 euro per alberghi a 5 stelle. Più cari gli agriturismi (3 euro) rispetto ai bed and breakfast (2 euro) e ai campeggi (1 euro).
F24: i codici tributo per la mediazione tributaria
La risoluzione 37/E che la nostra amministrazione finanziaria ha provveduto a pubblicare ieri sarà un punto di riferimento fondamentale per quel che riguarda la mediazione tributaria e il suo perfezionamento nei minimi dettagli: in effetti, l’Agenzia delle Entrate ha istituito una serie di codici tributo che dovranno essere sfruttati e utilizzati con la massima attenzione in questo senso, visto che si sta parlando del nuovo istituto del contenzioso fiscale che riguarda tutte quelle controversie il cui valore non supera i ventimila euro. In pratica, l’intera mediazione viene realizzata pagando quanto dovuto entro il termine di venti giorni dalla sottoscrizione vera e propria. Questa somma di denaro, inoltre, può beneficiare di un versamento per intero oppure attraverso la modalità rateale (fino a otto rate trimestrali per la precisione).
Le istruzioni dell’Inps sulla indennità per la disoccupazione non agricola
Circa due giorni fa l’Inps si è occupata con una apposita circolare delle nuove modalità per presentare le domande di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con i requisiti ridotti: volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che si è fatto esplicito riferimento all’uso del canale telematico, sempre più frequente in questi casi. Tutto si basa sul Decreto legge 78 del 2010, il quale ha previsto proprio che fossero potenziati i servizi elettronici in ambito previdenziale. In effetti, dallo scorso 1° aprile questa presentazione della domanda relativa alla disoccupazione ordinaria che non si riferisce al settore primario deve essere effettuata soltanto mediante la modalità telematica, sfruttando in particolare alcuni canali, quali internet (Pin fornito dall’Inps stesso), i patronati e gli intermediari dell’ente romano, ma anche il contact center multicanale (esiste a tal proposito un apposito numero verde che può essere comodamente sfruttato).