La chiusura delle partite Iva che non vengono più utilizzate in quanto inattive dai propri titolari sta beneficiando di una proroga che vale la pena approfondire: chi dovesse dimenticare o omettere in maniera volontaria la presentazione del documento che certifica la cessazione dell’attività sarà costretto a pagare una sanzione pecuniaria, come previsto espressamente dal Dpr 633 del 1972 (il cosiddetto “Decreto Iva”), ma sono rimasti a disposizione soltanto altri quattro mesi per tale operazione. Questa novità deriva da quello che siamo abituati a chiamare Decreto Milleproroghe, il quale ha stabilito appunto una nuova scadenza in questo senso, vale a dire il 2 aprile del 2012. Per il resto, le disposizioni da rispettare sono sempre le medesime.
gianni
Scadenze metà gennaio, il nostro approfondimento (parte 2)
Proseguiamo nel nostro approfondimento sulle scadenze fiscali di metà gennaio. Ricordiamo che il 15 gennaio 2012 è giornata ultima per le imprese che operano nella grande distribuzione che desiderino procedere all’annotazione riepilogativa mensile, anziché giornaliera, di tutti i corrispettivi inerenti al mese precedente, ammesso che gli stessi siano, per quanto ovvio, certificati dallo scontrino fiscale o dalla ricevuta fiscale.
Nella stessa giornata scade il termine per la rateizzazione del canone Rai. Il riferimento è quello che interessa i sostituti di imposta che erogano trattamenti pensionistici di entità non superiore a 18 mila euro annui, i quali sono tenuti a segnalare l’accettazione della richiesta di corrispondere il canone Rai annuale, in un massimo di undici quote mensili, senza alcun addebito di interessi a titolo di maggiorazioni onerose sul costo principale.
Dall’Inps tutte le precisazioni sulle gestioni Enpals e Inpdap
L’articolo 21 dell’ormai celebre Decreto “Salva Italia”, l’ultima manovra finanziaria che il nostro paese ha affrontato, ha sancito di fatto la soppressione di due enti previdenziali storici come l’Inpdap e l’Enpals: di conseguenza, tutte le funzioni di questi due istituti sono state trasferite direttamente all’Inps, il quale è divenuto un ente dai poteri ancora più massicci. Una delle ultime circolare dello stesso istituto in questione si è posta l’obiettivo di elencare le prime indicazioni del caso in questo senso. Che cosa c’è da sapere allora nel dettaglio? In pratica, c’è tempo fino a sessanta giorni dopo l’approvazione dei bilanci di chiusura delle due gestioni (la deliberazione deve avvenire entro e non oltre il prossimo 31 marzo) per emanare degli appositi decreti non regolamentari per trasferire all’Inps gli strumenti, le professionalità e le risorse finanziarie che fino a poco tempo fa appartenevano appunto a Inpdap e Enpals.
Liberalizzazione farmaci: i tentativi della manovra Salva Italia
A torto o a ragione, l’apparato professionale dei farmacisti viene considerato quale uno dei maggiormente restii ad accettare cambiamenti nel proprio settore. L’introduzione delle parafarmacie, digerito non senza malumori dal comparto, ha portato una ventata di novità dietro al bancone: ma la liberalizzazione dei farmaci di fascia C rischia di stravolgere eccessivamente gli equilibri del settore, sostiene qualcuno.
L’intento contenuto nella manovra Salva Italia, infatti, è stato principalmente quello di scardinare alcuni precetti del settore delle farmacie, andando a incentivare la liberalizzazione della vendita di diverse categorie di farmaci. Su richiesta del Parlamento, infatti, l’Associazione italiana dei farmacisti ha il compito di stilare un elenco dei prodotti che fanno parte della fascia C, e che possono essere venduti anche al di fuori delle farmacie.
Inps: soppresso il fondo previdenziale per il trasporto pubblico
Il fondo di previdenza che fino ad oggi è stato riservato ai dipendenti dei pubblici servizi di trasporto del nostro paese non avrà più alcuna ragione di esistere d’ora in poi: in effetti, questo specifico strumento è stato soppresso, come emerge chiaramente anche da una delle ultime circolari che sono state pubblicate dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Questo cambiamento così importante si è reso necessario alla luce di quanto disposto dal Decreto legge numero 70 del 2011 (“Prime disposizioni urgenti per l’economia”), il quale prevede espressamente che la determinazione degli elementi accessori per quel che concerne la retribuzione utile per il calcolo della pensione benefici di una semplificazione netta degli adempimenti. Tali retribuzioni, previste sin dal 1996 per questa specifica categoria lavorativa, vengono ad essere determinate mediante degli opportuni calcoli, con l’Inps stesso che è chiamato a rendere pensionabili o meno queste competenze di tipo accessorio.
Scadenze fiscali di metà gennaio 2012 (parte 1)
Iniziamo, con oggi, ad occuparci delle prossime scadenze di metà mese. Il 15 e il 16 di gennaio sono due giornate particolarmente ricche di eventi fiscali, che cercheremo brevemente di riassumere in questi nostri “speciali” legati alle scadenze più ravvicinate nel tempo.
Iniziamo con il ricordare che le aziende agrituristiche dovranno annotare nel registro Iva i corrispettivi relativi agli ammontari sulle operazioni effettuate nel corso del mese di dicembre 2011, ammesso che non si sia già provveduto ad eseguire le rilevazioni analitiche giornaliere. Nella stessa data, le associazioni sportive dilettantistiche, quelle senza scopo di lucro e le associazioni pro-loco, che abbiano optato per l’applicazione delle relative agevolazioni previste dalla legge, dovranno annotare – anche in un’unica registrazione complessiva – gli ammontari dei corrispettivi e di qualsiasi altro provento conseguito nell’ambito dell’attività commerciale posta in essere a dicembre 2011.
Istituita la causale per la maternità delle lavoratrici agricole
La risoluzione 7/E che la nostra amministrazione finanziaria ha pubblicato proprio nel corso della giornata di ieri risulterà molto utile alle lavoratrici del settore agricolo che devono beneficiare dell’indennità di maternità: in effetti, questo documento ha istituito la causale contributo Mata, la cui denominazione ufficiale è quella di “Aziende Agricole Oti – Importi anticipati per indennità di maternità a carico dell’Inps”. Si tratta di un codice fondamentale nel momento in cui si decide di beneficiare dell’uso in compensazione di quelle somme di denaro che sono dovute per tali prestazioni. Queste ultime, inoltre, vengono solitamente erogate in via anticipata nei confronti dei lavori agricoli a tempo indeterminato (Oti) dai loro datori di lavoro.
Contribuenti minimi 2012: nessuna applicazione di ritenuta d’acconto in fattura
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un provvedimento molto chiarificatore per rendere più trasparente il nuovo regime dei contribuenti minimi 2012: il direttore dell’Agenzia ha infatti affermato che coloro che rientrano nell’ambito dei requisiti dei nuovi minimi, non devono applicare la ritenuta d’acconto in fattura. Un provvedimento spiegabile in sintesi nel timore che il contribuente vada a credito (considerata la riduzione della tassazione al 5%).
A questo collegamento, in proposito, è possibile scaricare il provvedimento n. 185820/2011, che permetterà ai contribuenti interessati di poter verificare il possesso, o meno, dei requisiti utili per poter essere inquadrati nel nuovo regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità.
Ex minimi: il problema delle rimanenze di magazzino
Far parte del regime dei contribuenti minimi comporta alcuni vantaggi fiscali importanti, tra cui l’assenza della ritenuta d’acconto nelle fatture: ma vi sono anche dei contribuenti che sono fuoriusciti da questa categoria e proprio per questi soggetti vi sono delle novità rilevanti in merito alla contabilità di bilancio. In effetti, gli ex minimi non avranno la possibilità di bollare come un costo tutte quelle merci che fanno parte delle esistenze iniziali di magazzino: questa disposizione è valida per l’anno in corso e solamente nel caso in cui il versamento sia stato effettuato senza Iva e mediante una deduzione con il principio di cassa. Ecco perché l’inventario delle rimanenze di magazzino del 2012 deve essere realizzato ponendo la massima attenzione a qualsiasi tipo di particolare.
Orari dei negozi, cosa cambia con la manovra
Libertà assoluta di apertura e di orario: è questa, in estrema sintesi, la decisione contenuta in uno degli ultimi provvedimenti adottati dal decreto Salva Italia per cercare di liberalizzare il settore del commercio e incentivare la concorrenza e le vendite. Ne è conseguito che, già da oggi, i titolari di esercizi commerciali possono scegliere di aprire autonomamente come e quando vogliono, incluse le domeniche e i festivi. Tutti contenti?
Non proprio. Se infatti da una parte le associazioni dei consumatori hanno salutato la novità con entusiasmo, i commercianti sollevano ben più di qualche opzione. In mezzo ai due fuochi vi sono gli enti locali, che dovranno muoversi in un ambito di autonomia piuttosto ampio, essendo la competenza di materia delle Regioni. Di conseguenza, molti Comuni – come Milano – prima di adottare in pieno il nuovo regime, stanno attendendo le deliberazioni dell’istituzione regionale.
Assegni circolari: la scadenza del 30 gennaio
Sono rimasti ancora diciannove giorni per far fronte alla scadenza relativa all’imposta di bollo e alla sua dichiarazione che deve essere effettuata con cadenza trimestrale: il prossimo 30 gennaio, infatti, sarà un termine ultimo fondamentale dal punto di vista tributario, visto che verrà contemplato uno dei mezzi di pagamento più gettonati dai contribuenti, vale a dire l’assegno circolare. In pratica, come prevede espressamente il Dpr 642 del 1972 (si tratta della “Disciplina dell’imposta di bollo” per la precisione), vi sono dei valori ben precisi da rispettare in tal senso: l’articolo 10 della tariffa contempla proprio le imposte dovute (fisse e proporzionali) per gli stessi assegni circolari e per i vaglia cambiari. Chi deve guardare con la maggiore attenzione questa scadenza?
Nuova imposta sui rifiuti con la manovra Salva Italia
Manca ancora un anno, ma è bene che i contribuenti inizino a prendere confidenza con la RES, la nuova tassa comunale sui rifiuti e sui servizi, un prelievo che sostituirà l’attuae TARSU (la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), con un provvedimento passato in apparente secondo piano all’interno del comparto delle novità fiscali che hanno riguardato gli ultimi, travagliati, mesi del 2011.
La RES sostituisce completamente la precedente TARSU, andando a imporre un prelievo fiscale dipendente dal volume di rifiuti prodotti per unità di superficie, sulla base della destinazione di utilizzo dell’immobile, e con esclusione dalla tassazione di quelle aree scoperte pertinenziali, o quelle accessorie delle abitazioni private, e le aree comuni condominiali che non siano detenute o occupate in via esclusiva. Ancora, in caso di utilizzi temporanei di durata non superiore ai sei mesi, il tributo è dovuto solo dal proprietario dell’immobile.
Due nuovi codici tributo per il contributo di solidarietà
I codici tributo 1618 e 145E saranno molto utili per il pagamento dell’ormai celebre contributo di solidarietà: come è noto, di quest’ultimo versamento si parla ormai da diverso tempo e si configura come una quota del 3% su quella parte dei reddito dei contribuenti che va ad oltrepassare il limite dei 300mila euro l’anno. In particolare, questi due importanti riferimenti numerici potranno essere sfruttati all’interno dei modelli F24 ed F24EP (Enti Pubblici), come previsto espressamente dalla cosiddetta Manovra di Ferragosto. Che cosa c’è da dire in merito a questi due codici? Il loro ambito di riferimento è rappresentato, in primis, dai redditi di lavoro dipendente e da quelli assimilati a questi ultimi; in tali casi, infatti, i sostituto d’imposta è chiamato a porre in essere tutti i calcoli che sono necessari per poter poi procedere alla trattenuta del contributo dal totale, una operazione che ha luogo in un’unica soluzione e che si verifica al momento del conguaglio (alla fine di ogni singolo anno).
Aliquote e detrazioni, facciamo chiarezza sull’IMU della manovra Monti
Rispondendo ad alcune richieste di chiarimenti giunte nella nostra redazione, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sul sistema di aliquote, di detrazioni e di rivalutazioni delle base catastali introdotte dalla manovra Salva Italia. Innanzitutto, occorre segnalare come l’aliquota di base sia pari allo 0,76%, da applicarsi sulla rendita catastale, che andrà presumibilmente ritoccata al rialzo, anche del 60%.
L’intento della manovra Salva Italia, e più in generale dell’esecutivo Monti, è infatti quello di poter aggiornare congruamente i valori catastali, basi imponibili sulle quali vengono calcolate le rendite. Stando ad alcune previsioni, la rivalutazione potrebbe essere pari anche al 60% dell’attuale valore imponibile, per un apprezzamento significativo dell’imposta municipale.