Aumento dell’Iva: i casi delle agenzie di viaggi e dei servizi pubblici

Il recente aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva (dal 20 al 21%) ha prodotto delle conseguenze importanti per diversi tipi di contribuenti: come devono comportarsi, ad esempio, le agenzie di viaggi? In tal caso, si segue un iter ben preciso, ovvero si determina la parte imponibile che deve essere assoggetta al 20% e quella relativa al 21% attraverso un opportuno rapporto percentuale tra i viaggi che sono stati pagati per intero entro lo scorso 16 settembre (l’incremento è diventato ufficiale il giorno successivo) e quelli successivi a tale data. Come ha precisato la stessa Agenzia delle Entrate in una circolare di cinque giorni fa, bisogna attenersi per il momento a queste disposizioni. Ma la nostra amministrazione finanziaria ha chiarito anche altre posizioni tributarie. Esistono, infatti, dei contribuenti che ricavano l’Imposta sul Valore Aggiunto attraverso il cosiddetto “regime del margine col metodo globale”, il quale si riferisce alla vendita di beni usati, in primis le autovetture.

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Evasione fiscale: necessario perfezionare il redditometro

L’obiettivo dei nuovi strumenti di accertamento fiscale, come è intuibile, è quello di poter verificare i compensi, i ricavi e quindi il reddito complessivo delle persone fisiche e giuridiche, al fine di poter incrociare tali elementi quantitativi con altre voci di riferimento economico e patrimoniali, e cercare in tal modo di poter scovare eventuali focolari di evasione fiscale, una piaga che sta contribuendo a condannare l’economia italiana su basse soglie di crescita, sottraendo fondi utili al fisco.

Il funzionamento del c.d. redditometro, che nel corso di queste settimane sta lentamente prendendo piede, è teoricamente abbastanza semplice: il redditometro è infatti in grado di convertire alcune tipologie di spese (ad esempio, l’acquisto di una nuova auto) in percentuali di reddito; il redditometro è altresì integrato con lo spesometro, che al contrario misura il reddito rispetto alle spese sostenute. Incrociando i due parametri, sarebbe possibile determinare possibili fonti di accertamento.

L’Inps entra nel merito delle azioni surrogatorie

La recente circolare 134 resa pubblica dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) ha assunto una certa rilevanza nello spiegare come comportarsi in merito alle cosiddette azioni surrogatorie: il documento in questione, pubblicato quattro giorni fa ormai, si riferisce proprio a queste ultime e alla loro attivazione nei confronti dei soggetti responsabili e, eventualmente, delle compagnie assicuratrici. L’intento principale è quello di riuscire a recuperare le prestazioni che sono state erogate nei riguardi degli assicurati mediante un assegno ordinario di invalidità, oltre alle pensioni ordinarie di inabilità. Ovviamente, bisogna capire a quali testi normativi fare riferimento in questo caso?

Partite IVA, si attende una nuova sanatoria

Il 4 ottobre scorso si è conclusa l’operazione di sanatoria delle partita IVA inutilizzate. Un’operazione che gli analisti considerano come una “prima fase”, visto e considerato l’insuccesso sostanziale della stessa, che lascia presupporre altresì il lancio di una nuova finestra per permettere la regolarizzazione delle posizioni di coloro che sono titolari di partite IVA inutilizzate. Una seconda fase che – magari – sia maggiormente accompagnata da una promozione informativa adeguata, visto e considerato che molti titolari di partite IVA inutilizzate non erano nemmeno a conoscenza della suddetta sanatoria.

Ricordiamo infatti che le stime ufficiali confermano come in Italia esistano circa 8 milioni di partite IVA. Di queste, “solo” 5 milioni di unità sono relative a posizioni attive, che depositano periodicamente le relative dichiarazioni. Poco si sa delle restanti 3 milioni, se non che – probabilmente – si tratta di posizioni inattive o abbandonate, e che per tale motivo necessitano di una pronta sistemazione, anche al fine di non inquinare statistiche e sistemi amministrativi con la loro inutile presenza.

Cartelle di pagamento, novità giuridiche sulle motivazioni

Una delle ultime sentenze della Commissione Tributaria Regionale della Puglia rappresenta un ottimo punto di riferimento per chi ha a che fare ogni giorno con le cartelle di pagamento: in effetti, come ha stabilito la stessa Ctr, gli obblighi relativi a una motivazione che sia congrua e ben comprensibile sono validi anche per le cartelle in questione, in particolare nell’ipotesi in cui non vi sia stata una preventiva notifica dell’avviso di accertamento fiscale. Questo vuol dire, in estrema sintesi, che per la motivazione di una iscrizione a ruolo di una maggiore imposta non basta affermare che il sistema centrale si è reso responsabile di un calcolo relativo al minor credito d’imposta, ma è sempre necessario che la cartella abbia una illustrazione chiara sulle ragioni della pretesa tributaria. Questa specifica pronuncia si era resa necessaria a seguito di una controversia tra una società a responsabilità limitata e la nostra amministrazione finanziaria.

Condono fiscale, parere contrario da parte di Bankitalia

Il condono fiscale non piace a Bankitalia, poiché alimenterebbe la sensazione che “la giustizia fiscale non è uguale per tutti”. Pertanto, secondo quanto sostengono il capo del servizio rapporti fiscali (Vieri Ceriani) e il direttore per la ricerca economica della Banca d’Italia (Daniele Franco), il condono fiscale non sarebbe altro che uno strumento per incentivare involontariamente i contribuenti a dar seguito a operazioni di evasione delle tasse.

“Ogni misura che accresce la sensazione che la giustizia fiscale non sia uguale per tutti” – affermano Ceriani e Franco in un documento depositato nella commissione Finanze del Senato – “alimenta la diffidenza del contribuente e l’incentivo a ricercare soluzioni individuali per minimizzare il contributo alle finanze pubbliche. […] Questo tipo di ingiustizia fiscale viene associata a qualsiasi tipo di amnistia fiscale, per quanto onerosa e motivata”.

Contenziosi col Fisco: la chiusura con il modello F24

Siete dei contribuenti che hanno avuto una lite con il fisco del valore non superiore ai ventimila euro? La chiusura del contenzioso è diventata davvero semplice per il nostro paese, visto che tale operazione può avvenire entro e non oltre il prossimo 30 novembre, andando a beneficiare di un importo da versare in forma agevolata. Il pagamento in questione è espressamente previsto dal Decreto legge 98 del 2011, quella che siamo abituati a chiamare “manovra correttiva di luglio”, la quale ha introdotto la possibilità di dare una definizione più rapida e agevole alle liti tributarie non anteriori allo scorso 1° maggio; in particolare, il riferimento va alle controversie che possono essere sorte tra i contribuenti stessi e le Commissioni Tributarie, ma anche i giudici ordinari e quelli della Corte di Cassazione.

Evasione fiscale, occhio alla quietanza delle fatture false

La Corte di Cassazione, con sentenza 3 ottobre 2011, n. 35730, ha confermato la condanna nei confronti di un cittadino torinese che aveva quietanzato una fattura che sapeva essere falsa. Quanto sopra è stato sufficiente per far scattare il reato di evasione fiscale, con tutte le conseguenze e i pregiudizi che ora seguiranno per il 52 enne che si è reso protagonista della vicenda.

Il cittadino torinese aveva trasportato merce presso un agriturismo, firmando (più volte, sostiene la Guardia di Finanza) delle fatture che sapeva essere false. Per tale motivo era scattata la denuncia, finita poi in sede giudiziaria dove – sia in primo grado che in appello – i tribunali avevano condannato l’uomo per l’evasione fiscale determinata dalla fattispecie appena ricordata.

Contenzioso amministrativo e giudiziario: le nuove unità dell’Inps

La circolare 132 che l’Inps ha provveduto a pubblicare due giorni fa è incentrata, in particolare, sul potenziamento del contenzioso giudiziario: inoltre, un altro obiettivo che ci si è posti in tal senso è quello di prevenire il ricorso alle vie giuridiche. I criteri che hanno ispirato tutto questo sono diversi, ma bisogna ricordare soprattutto la volontà di rendere più compatta l’attività amministrativa, al fine di dare unicità al flusso del processo produttivo, ma anche di potenziare le linee di prodotto e di servizio e di semplificare al massimo l’area del controllo degli stessi flussi contributivi. Pertanto, anche il contenzioso amministrativo è un altro argomento su cui l’ente previdenziale ha voluto soffermarsi con una maggiore attenzione.

Scadenze fiscali, ecco gli appuntamenti del 15 ottobre

Metà mese ricco di scadenze fiscali. Il 15 ottobre è infatti termine ultimo per versamenti e dichiarazioni a cura di numerose categorie professionali. Iniziamo con il ricordare che le associazioni sportive dilettantistiche devono procedere all’annotazione, nell’apposito registro, dell’ammontare dei corrispettivi e di qualsiasi altro ricavo ottenuto per attività commerciali nel corso del mese precedente.

I commercianti al dettaglio devono invece annotare il riepilogo mensile (in alternativa a quello giornaliero) di tutti i corrispettivi del mese di settembre, certificati da scontrino fiscale. Sempre il 15 ottobre è il termine utile a imprese ed esercenti professionali soggetti ad Iva, che possono emettere e annotare nell’apposito registro Iva le fatture differite relative a beni consegnati o spediti a settembre.

Cassa Colf: il problema dei Mav giunti in ritardo

Sono passati ormai due giorni da quando sono giunti a scadenza i contributi previdenziali relativi al lavoro domestico e dovuti alla cosiddetta Cassa Colf: il riferimento va in questo caso ai collaboratori familiari e ai prestatori di assistenza, in particolare le loro contribuzioni del terzo trimestre di quest’anno. Di conseguenza, occorre ripartire da zero per quel che concerne il Mav, il pagamento mediante avviso necessario in queste situazioni. Di solito, questi bollettini, realizzati in formato elettronico, sono inviati dall’Inps al domicilio del datore di lavoro: i versamenti sono realizzati proprio grazie a questi strumenti, ma le somme da destinare alla già citata cassa non sono elencati in nessuna sezione, così come rilevato opportunamente dai Consulenti del Lavoro. Tra l’altro, i pagamenti alla cassa in questione sono un elemento imprescindibile dell’intera disciplina a cui si sta facendo riferimento.

Scadenze fiscali, ecco gli appuntamenti del 13 e del 14 ottobre

Date certamente non fondamentali all’interno del calendario fiscale della maggior parte dei contribuenti italiani, anche il 13 e il 14 ottobre nascondono tuttavia alcuni appuntamenti che è bene tenere a mente onde evitare inutili e dannose sanzioni.

Cominciamo con il termine del 13 ottobre. In tale giornata, infatti, gli esercenti attività di intrattenimento, ai quali l’Aams (l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) abbia rilasciato il nulla osta per la gestione degli apparecchi e dei congegni per il gioco lecito (macchinette videopoker, ecc.) devono procedere al pagamento della seconda rata del periodo quinto (da settembre a ottobre), nella misura pari al 25% del Preu (prelevamento erariale unico), sugli apparecchi da intrattenimento, dovuto per il terzo periodo contabile (maggio – giugno). Il versamento è effettuabile, come sempre, attraverso il modello F24, con presentazione esclusivamente telematica.

Osservatorio Partite Iva: dati e statistiche sul sito del Tesoro

Il sito web del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha messo a disposizione da quattro giorni a questa parte tutti i contenuti relativi alle nuove partite Iva: nel dettaglio, questi ultimi si riferiscono, in particolare, alle varie dichiarazioni fiscali (in particolare Iva, Irpef e Irap) e alle varie statistiche degli studi di settore. C’è poi uno strumento nuovo di zecca che consente di essere maggiormente informati da questo punto di vista. Si tratta dell’Osservatorio sulle partite Iva, il quale monitora con cadenza mensile l’anagrafica in questione, fornendo informazioni utili e soprattutto tempestive a tutti i contribuenti che sono interessati. In questa maniera, si può avere un bollettino che fa comprendere meglio il fenomeno, con le opportune distinzioni per quel che concerne l’attività economica che viene svolta, il territorio di competenza, ma anche il sesso e l’età delle persone.

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Avvisi fiscali, le caratteristiche delle nuove comunicazioni

Con il nuovo accertamento esecutivo, anche gli avvisi fiscali hanno subito qualche piccolo ritocco. Un rinnovamento in termini formali, ma che contiene altresì qualche novità anche in termini sostanziali. Vediamo quindi in sintesi quali sono le caratteristiche dei nuovi provvedimenti, in vigore dal 1 ottobre 2011.

Innanzitutto, l’elemento che salta maggiormente all’occhio è che l’avviso fiscale non è più una comunicazione cui seguirà l’iscrizione a ruolo, ma un vero e proprio atto di accertamento esecutivo. Nel secondo foglio sono infatti contenute le caratteristiche di valore di intimazione dell’atto ad adempiere entro il termine per presentare ricorso, con l’avviso che dopo questo periodo l’atto diventerà esecutivo e che trascorsi ulteriori 30 giorni la riscossione delle somme richieste è affidata all’Agente per la riscossione, senza preventiva notifica della cartella.