Nuova tassa sulla barca

Dopo mesi di discussioni, la nuova tassa sulla barca è finalmente arrivata. Cerchiamo pertanto di capire chi colpirà questa nuova imposta sul possesso di un’imbarcazione e – soprattutto – a quanto ammontare l’onere che ogni contribuente dovrà pagare.

Innanzitutto, segnaliamo come l’imposta riguardi tutti i cittadini residenti in Italia che posseggano una barca sopra i 10 metri di lunghezza. Saranno pertanto esentati i cittadini che posseggono un’imbarcazione al di sotto dei limiti indicati, quelli non residenti e non aventi stabili organizzazioni in Italia, sempre che il loro possesso non sia attribuibile anche di fatto a soggetti residenti in Italia, oltre alle unità bene strumentali di aziende di locazione e di noleggio.

La Corte di Giustizia Ue interviene sulle aliquote Iva ridotte

C’è una sentenza di una settimana fa da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che vale la pena approfondire per comprendere le ultime disposizioni comunitarie in fatto di Imposta sul Valore Aggiunto: la questione, infatti, ha riguardato un ricorso presentato dalla Commissione Europea per l’applicazione delle aliquote dell’Iva in forma ridotta per quel che riguarda i biglietti per spettacoli in locali che presentavano anche il servizio di consumazione. La normativa in oggetto era quella francese, ma bisogna prendere spunto da questa pronuncia per tutti i paesi dell’Ue, Italia compresa. Secondo il governo di Parigi, le iniziative in questione erano state dettate dal fatto di voler semplificare la normativa di base e di promuovere nella maniera migliore possibile la cultura.

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Decreto semplificazioni fiscali, le novità su Equitalia

Alcune importanti novità su Equitalia sono state apportate con il decreto semplificazioni fiscali. Innanzitutto, sparisce l’obbligo di procedere a iscrizione ipotecaria o a espropriazione immobiliare per debiti a ruolo di importo complessivamente inferiore a 20 mila euro. In altri termini, per debiti di entità non troppo elevata l’agente per la riscossione dovrà cercare altre strade per recuperare l’ammontare dovuto, evitando pertanto di gravare sulle spalle del contribuente con una delle misure più sgradite.

Le novità si estendono inoltre al pignoramento degli stipendi. Viene infatti introdotta una scala proporzionale delle percentuali di pignoramento sulla base dell’entità dell’emolumento, con limiti ben più bassi di quanto previsto dalla normativa civilistica, al fine di rendere la pressione di Equitalia meno ingente del passato sui redditi meno elevati.

I chiarimenti dell’Inps su appalti e anzianità aziendale

I chiarimenti dell’Inps sono sempre ben accetti, in particolare se vanno a riguardare operazioni molto importanti dal punto di vista previdenziale: gli ultimi in ordine temporale sono quelli che hanno riguardato due giorni fa il computo dell’anzianità aziendale per concedere le prestazioni di integrazione straordinaria e di mobilità dei salari, nell’ipotesi in cui vi sia la successione di appalti. Per l’appunto, questa concessione prevede che vi sia un requisito soggettivo ben preciso, vale a dire una anzianità lavorativa presso l’azienda per un tempo minimo di novanta giorni, con la data di riferimento che deve essere quella in cui è stata presentata la domanda stessa. Nel caso dell’indennità di mobilità, invece, è necessario che il requisito sia rappresentato da una anzianità a livello aziendale non inferiore ai dodici mesi (sei devono essere stati caratterizzati da lavoro effettivamente prestato).

Tasse, si pagano dove si ha la sede amministrativa

Secondo quanto affermato dalla Corte di Cassazione, le imposte vanno pagate laddove la società possiede la propria sede amministrativa. La Suprema Corte è infatti intervenuta in materia e, con la sentenza n. 7080 del 23 febbraio 2012, ha affermato che paga le imposte in Italia anche la società che – pur avendo sede legale e oggetto sociale all’estero – ha all’interno dei confini del Paese la propria sede amministrativa.

La motivazione fondamentale della pronuncia della Suprema Corte risiede nell’applicazione restrittiva del principio secondo cui – con riferimento alle società – la nozione di residenza fiscale andrebbe stabilita sulla base dell’art. 5, comma 3, del Tuir, considerando residenti in Italia le società e gli enti che per la maggior parte del periodo di imposta hanno la propria sede legale o la sede amministrativa o l’oggetto principale nel territorio dello Stato.

Requisiti esonero canone rai

L’abbonamento al canone Rai non è ovviamente dovuto da tutti i cittadini, ci sono infatti delle eccezioni e degli esoneri di cui bisogna tenere debitamente in considerazione: il caso più importante ed esemplificativo è quello che riguarda gli utenti che hanno un’età superiore ai settantacinque anni, il cui pagamento per questa specifica imposta non è dovuto. Ovviamente, però, bisogna rispettare delle condizioni e dei requisiti ben precisi, ragione per la quale è bene fare ordine da questo punto di vista. L’età è importante e se sono stati superati gli anni appena menzionati, è possibile richiedere l’esonero dal versamento, con un conseguente risparmio di oltre cento euro per quel che concerne ogni singolo anno, una somma di denaro che potrebbe tornare utile agli anziani coinvolti.

Scudo fiscale, termini prorogati a maggio

Il termine per i versamenti legati allo scudo fiscale è stato prorogato al 16 maggio. Entro tale data sarà pertanto opportuno procedere al pagamento dell’imposta di bollo speciale sull’anonimato, per una scadenza che sarà poi applicata con cadenza annuale. Ad affermarlo è il decreto legge sulle semplificazioni tributaria, che concede ulteriori tre mesi di tempo per permettere a banche, società di gestione e fiduciarie di quantificare con ragionevole certezza l’imposta sui capitali scudati e trattenere così gli importi dai conti amministrati, o recuperare la provvista dai contribuenti.

Con lo stesso decreto fiscale è inoltre stata introdotta una norma specifica mirata a punire l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. In maniera più specifica, è previsto che in sede di rettifica ai fini delle imposte dirette non concorrono a formare reddito “i componenti positivi direttamente afferenti a spese o altri componenti negativi relativi a beni o servizi non effettivamente scambiati o prestati, entro i limiti dell’ammontare non ammesso in deduzione delle predette spese o altri componenti negativi”.

Apparecchi di intrattenimento, il codice per l’F24 Accise

La risoluzione dell’Agenzia delle Entrate risale a qualche giorno fa (lo scorso 29 febbraio per la precisione), ma l’argomento è come sempre attuale e quindi va approfondito nel dettaglio. In effetti, la nostra amministrazione finanziaria ha deciso di istituire un apposito codice tributo, il 5273, che è stato pensato appositamente per i concessionari che utilizzano il modello F24 Accise: in pratica, tale riferimento servirà per il pagamento ai Monopoli di Stato di una imposta specifica, vale a dire l’addizionale pari al 6% che si applica sulle vincite ottenute grazie ai cosiddetti apparecchi di intrattenimento. Ovviamente, non vengono prese in considerazione tutte le somme, ma solamente quelle che vanno al di là dell’importo di cinquecento euro. Come funziona questo versamento?

Cos’è la Carbon Tax

La carbon tax è una tassa imposta sulle risorse energetiche “inquinanti”, intendendo per tali quelle che emettono biossido di carbonio nell’atmosfera. La carbon tax, in altri termini, è uno dei più recenti esempi di “ecotassa”, imposte per cercare di scoraggiare i comportamenti negativi in merito alla produzione di elementi nocivi per l’ambiente.

In Italia la carbon tax è stata introdotta con l’art. 8 della legge 448 del 23 dicembre 1998, di sostanziale recepimento delle conclusioni cui è giunta la Conferenza di Kyoto del 1997. Dopo diverse e alterne fortune, sembra che la Carbon Tax 2012 possa rinascere sotto forma di imposta che penalizzi l’utilizzo di fonti fossili, mediante un provvedimento che garantirebbe allo Stato le risorse economicamente necessarie per garantire lo sviluppo di quelle rinnovabili.

Evasione fiscale: la lotta parte dai Comuni

Incentivare le azioni dei Comuni sul contrasto all’evasione fiscale, prevedendo delle vere e proprie ricompense per le municipalità più attive e virtuose. È questa l’intenzione di un accordo siglato tra l’Agenzia delle Entrate e l’Anci (l’Associazione nazionale dei comuni italiani), secondo cui i Comuni della Penisola potranno ora diventare parti protagonisti nell’evidenza dell’economia sommersa, ottenendo in cambio un benefit monetario che non potrà che costituire giovamento per le casse municipali.

A ben vedere, i benefici di una più incisiva azione sul territorio da parte dei Comuni, potrebbero essere significativi per entrambe le parti. Da un lato, infatti, il governo sta cercando di rispettare le tappe per conseguire il target del pareggio di bilancio nel 2013: un obiettivo arduo, che non si potrà che cercare di raggiungere anche grazie agli introiti della lotta all’evasione fiscale, che nel 2011 hanno permesso allo Stato di incamerare quasi 12 miliardi di euro.

Seconda tranche per i contributi Inail alle aziende

La prima settimana del mese di marzo che comincia proprio con la giornata di oggi dovrà essere sfruttata dai soggetti interessati per rispettare una scadenza fissata dall’Inail: il prossimo 7 marzo, infatti, terminerà il tempo a disposizione per presentare la domanda per accedere alla seconda fetta di finanziamenti a fondo perduto che sono stati erogati dall’istituto stesso per le imprese che sono impegnate negli interventi relativi alla sicurezza e alla prevenzione degli infortuni sul lavoro. La data è importante e anche questa domanda, tanto che l’Inail si è anche prodigato per spiegare nel dettaglio tutte le caratteristiche di questa importante operazione, andando a realizzare una guida apposita che è anche andata in onda su diversi canali televisivi.

Le istruzioni dell’Inps sui congedi per l’assistenza dei disabili

L’Inps ha deciso di concludere il mese di febbraio con una circolare dedicata ai benefici per il proprio personale dipendente che si occupa di assistenza nei confronti di un soggetto gravemente disabile: i due riferimenti principali in questo caso riguardano il congedo straordinario sottoposto a retribuzione e il congedo non retribuito per gravi motivi di famiglia. Chi è che ha diritto al primo congedo nello specifico? Il testo normativo di base in questo caso è il Decreto legislativo 151 del 2001, vale a dire il Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, più precisamente il suo articolo 42. Quest’ultimo, infatti, precede che siano i genitori o i fratelli e le sorelle della persona disabile a beneficiare della somma in questione.

Acconto Imu, ecco le modalità di calcolo

Sulla base di quanto previsto dal decreto sulle semplificazioni fiscali, i contribuenti che dovranno calcolare l’acconto sull’imposta municipale unica potranno farlo in riferimento alle aliquote di base e con le detrazioni previste. In sede di pagamento del saldo dovranno invece operare il conguaglio sulla base di quanto dovuto per l’intera anno in riferimento alle nuove aliquote deliberate ai Comuni, in alternativa al versamento dell’imposta in un’unica soluzione.

Con decorrenza 2013, invece, per poter determinare l’acconto Imu si farà riferimento alle aliquote e alle detrazioni relative all’anno precedente. Il merito di tale semplificazione è riconducibile al contenuto del decreto legge, che proroga al 30 giugno 2012 il termine per poter approvare il bilancio dei Comuni, all’interno dei quali troverà spazio anche l’eventuale modifica alle aliquote Imu per la prima o per la seconda casa.

Canone Rai non dovuto per tablet, smartphone e pc

Negli ultimi giorni la Rai è intervenuta sulla polemica avente ad oggetto l’estensione del pagamento del canone di abbonamento tv anche per i possessori di smartphone, tablet e personal computer. La prima interpretazione estensiva della norma (secondo cui anche famiglie e professionisti titolari di qualsiasi apparecchio in grado di ricevere il segnale tv avrebbero dovuto procedere al pagamento del canone Rai) è stata rapidamente ricondotta su interpretazioni ben più ristrettive.

Il risultato? Né le famiglie né le imprese che posseggono un personal computer, un cellulare di ultime generazioni e un tablet, dovranno procedere al pagamento dell’abbonamento, salvo che non si tratti di apparecchio finalizzato alla sola ricezione del segnale per la televisione. Con conseguente sospiro di sollievo da parte dei protagonisti passivi di tutta la vicenda.